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Le farfalle nello stomaco non sono solo un modo di dire

Le farfalle nello stomaco non sono solo un modo di dire

Studio, cervello associa davvero emozioni a sensazioni corpore

08 luglio 2024, 20:34

di Benedetta Bianco

ANSACheck
Il cervello tende ad associare le emozioni a sensazioni fisiche (fonte: kieferpix, iStock) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il cervello tende ad associare le emozioni a sensazioni fisiche (fonte: kieferpix, iStock) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Avere le farfalle nello stomaco o ribollire di rabbia non sono solo modi di dire senza alcun fondamento: uno studio italiano dell'Università di Milano-Bicocca, al quale ha partecipato anche l'Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi, ha dimostrato per la prima volta che il cervello associa davvero le emozioni a sensazioni corporee. La ricerca, pubblicata sulla rivista iScience, ha infatti scoperto che tristezza, felicità e paura attivano le stesse regioni cerebrali che rispondono a esperienze tattili e motorie.

"In passato, diversi progetti di ricerca avevano dimostrato a livello comportamentale che le emozioni sono associate a specifiche parti del corpo", afferma Elena Nava, una delle autrici dello studio guidato da Michelle Giraud. "Tuttavia, rimaneva da capire quanto specifiche aree cerebrali, tipicamente coinvolte nell'elaborazione di sensazioni tattili e motorie, partecipassero alla generazione di specifiche emozioni: noi lo abbiamo dimostrato per la prima volta - aggiunge Nava - a livello neurofisiologico". I ricercatori si sono avvalsi di un'apparecchiatura di ultima generazione, la risonanza magnetica funzionale a 3 Tesla, che è in grado di produrre immagini ad altissima definizione.

Hanno così registrato, in un campione di 26 partecipanti, quale area del cervello veniva attivata dalle stimolazioni, che potevano essere tattili e motorie, oppure di tipo emotivo. In questo modo, gli autori dello studio hanno ottenuto due mappe che, una volta sovrapposte, hanno dimostrato che alcune aree si attivano con entrambe le tipologie di stimolazione. "Si dimostra così l'idea di un'esperienza 'incarnata' delle emozioni - specifica Nava - e quindi la necessità di esperire a livello tattile e motorio le emozioni per poterle generare e sentire consciamente".

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