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Urso presenterà alle parti sociali la proposta per l'auto

Urso presenterà alle parti sociali la proposta per l'auto

Mimit punta a chiudere riforma carburanti in 10 giorni

ROMA, 11 settembre 2024, 02:52

Redazione ANSA

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Sarà presentata in anteprima a Confindustria e ai sindacati la proposta sulla politica industriale nel settore automobilistico, lanciata nei giorni scorsi dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. Lo afferma il Mimit ricordando che la proposta prevede tra l'altro di anticipare dalla fine del 2026 ai primi mesi del 2025 l'attivazione della clausola di revisione prevista dal "Regolamento in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli leggeri".
    L'iniziativa sarà presentata da Urso il 25 settembre a Bruxelles, in un meeting informale dedicato al settore dell'auto e, successivamente, al Consiglio Competitività del 26 settembre.
    A tal fine il ministro ha predisposto anche alcuni colloqui con i colleghi europei, che si svolgeranno nei prossimi giorni.
    Il regolamento - spiega il Mimit - attualmente prevede l'eliminazione delle emissioni di CO2 da parte dei nuovi veicoli leggeri, inclusi auto e furgoni, entro il 2035. Dopo quella data, i veicoli con motori a combustione interna alimentati a benzina o diesel non potranno più essere immatricolati nel mercato europeo. 

 Il ministero delle Imprese e del Made in Italy convocherà nelle prossime 48 ore una nuova riunione più ristretta per affrontare in maniera tecnica, punto per punto, tutti i temi oggetto della riforma della distribuzione dei carburanti, con l'obiettivo di giungere a una conclusione entro i prossimi 10 giorni. È quanto si apprende da fonti del Mimit al termine della riunione di oggi sul tema, presieduta dal ministro Adolfo Urso. Il testo del decreto di riordino non sarà dunque sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri, ma probabilmente in uno dei successivi.  Alla nuova riunione saranno chiamate a partecipare le sigle dei rappresentanti dei gestori, alle quali verrà chiesto una sintesi delle loro posizioni, e delle società petrolifere e i tecnici del ministero. Non sarà dunque un tavolo politico - sempre secondo quanto si apprende da fonti Mimit - ma prettamente tecnico. Tra i punti sui quali il dibattito è più aperto quello dei contratti e degli appalti. 

 Stato di agitazione della categoria confermato, con assemblee tenute in tutto il Paese, e allo studio iniziative politico-sindacali, compreso lo sciopero nazionale: è quanto annunciano congiuntamente Faib, Fegica, Figisc e Anisa al termine dell'incontro di oggi con il ministro Adolfo Urso, incentrato sul riordino del settore. "Il sindacato non è ricattabile" spiegano in una nota le quattro sigle, secondo le quali è "necessario contrastare il testo del ddl cosiddetto carburanti, già portato in consiglio dei ministri, seppure non ancora approvato". Le organizzazioni di categoria hanno spiegato al governo "che non assisteranno inerti - scrivono - al tentativo dei petrolieri di sottoporre una intera categoria di lavoratori al ricatto di contratti del tutto precari, sia in termini regolatori che economici". "Né accetteranno in alcun modo - continuano - la prassi ormai consolidata di sottrarsi alla contrattazione collettiva imposta dalle leggi vigenti". 

 I gestori, attraverso le loro organizzazioni, rinnovano la sollecitazione al governo "perché si faccia finalmente promotore di una vera riforma", che preveda "la chiusura certa di almeno 7000 impianti oggettivamente inefficienti, l'imposizione di criteri regolatori più stringenti per i titolari degli impianti esistenti (non solo per i nuovi) per combattere l'altissimo livello di illegalità e la presenza della criminalità organizzata, nonché, allo stesso modo, l'introduzione progressiva ma vincolante di nuovo energie non fossili presso gli impianti già in funzione, perché la rete distributiva possa partecipare efficacemente alla transizione energetica". 
   

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