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Mangiare sulla riva del Tevere, tra il giardino della papessa e la vista di Roma sparita

Mangiare sulla riva del Tevere, tra il giardino della papessa e la vista di Roma sparita

Il roof del 47 in alto sul foro Boario e Ripa Grande un giardino oasi della storia leggendaria

08 luglio 2024, 11:28

di Alessandra Magliaro

ANSACheck
Vista mozzafiato su Roma Antica dal 47 Circus Roof Hotel - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vista mozzafiato su Roma Antica dal 47 Circus Roof Hotel - RIPRODUZIONE RISERVATA

Di qua e di là del Tevere dove il fiume scorre veloce dopo il pendio rapido dell'isola Tiberina in quell'ansa tra il Ponte Palatino e il Ponte Sublicio, una Roma turistica certamente ma più silenziosa, fuori dalle grandi rotte dei flussi turistici. Da una parte il Lungotevere Ripa che confina con il Trastevere medioevale, incantato, con la chiesa di Santa Lucia, piazza dei Mercanti, il complesso Monumentale di San Michele, e quegli angoli di Roma Sparita dove fino al 19/o secolo c'era attivo l'antico porto fluviale di Ripa Grande e dall'altra, proprio di fronte, il Lungotevere Aventino con la Roma Antica del tempio di Vesta, del Foro Boario e della Bocca della Verità.
Due posti storici sono stati recuperati e ora sono destinazione per vivere la città, al tramonto, di sera godendo panorami e atmosfere incantate. Il roof del FortySeven, un boutique hotel, il primo certificato Green Globe a Roma, con una vista magica e davvero unica che si unisce alla proposta drink e food. E sull'altra riva il giardino della papessa, Donna Olimpia Maidalchini Pamphilj, con una storia leggendaria e il fascino di una oasi verde nascosta in pieno centro città dove nel porticato e sul prato intorno alla grande fontana di marmo del Bernini si degustano cocktail e si mangia.

Cucina gourmet mediterranea con Roma vista dall'ato

La prospettiva dall'alto: Circo Massimo, Bocca della Verità, il palazzo razionalista dell'anagrafe, l'arco degli Argentari, il tempio di Portuno, la chiesa di San Giorgio al Velabro, restaurata dopo l'attentato mafioso del 1993, il teatro Marcello. E' una vista che lascia senza fiato quella dall'alto del roof garden del 47 Boutique Hotel, uno degli hotel più green di Roma, l’unico in città ad aver ricevuto l’importante certificazione Green Globe. Ci si perde da romani, figuriamoci da stranieri a mangiare qui su en plen air, con la vista che spazia, c'è da distrarsi davvero tanto se non fosse che la cucina gourmet mediterranea,  del resident chef Maurizio Lustrati è di grande attrattiva con la sostenibilità come ingrediente principale. C'è l'olio di produzione propria, le verdure dell'orto e i prodotti del territorio vicino, la carne di Angelo Feroci, il pesce dell'asta ittica, racconta Lustrati, sottolineando che è una precisa indicazione della proprietà di essere massimamente green.
Per il nuovo menu estivo, c'è il polpo grigliato con gel al Bloody Mary e peperoni cruschi; la variante di parmigiana con melanzane affumicate, provolone Del Monaco e pomodorini arrosto; tagliolini alle triglie di scoglio con tartufo nero estivo; i paccheri Graziano alla ricotta di pecora con datterini, uva passa e pinoli e melanzane al cacao, le linguine con gamberi rossi, capperi di Pantelleria e limone non trattato, la catalana di astice su crema di peperoni del Piquillo e tra i dolci la crostatina di fichi, formaggio di capra e rosmarino e la bavarese pesche e amaretto. Carta dei gin e aperivi nella drink list per un prima o dopocena vista su Roma.
Il 47 Circus Roof è inserito nell'albergo che ha persino un cinema, una sala biliardo, sala da te e corte interna di charme e privacy mentre le camere, tra cui alcune suite, sono diverse, con un piano dedicato all'arte della fotografia, un altro dedicato agli anni '60, un altro alla moda e uno al design italiano. 

Ripa Grande, cucina local e fusion con omaggio alle ricette romane

Ripa Grande è all'interno di un complesso grande come un piccolo borgo, appartenuto alla famiglia Doria Pamphilj dal 1600. Dentro c'è un grande giardino, che ospita eventi, matrimoni o si gode in compagnia, una piccola chiesa dell'XI secolo e una scalinata realizzata dall’architetto Andrea Busiri Vici. C'è uno studentato e persino una casa di riposo, racconta Daniele Pallante che gestisce lo spazio insieme ad un gruppo di imprenditori specializzati in eventi. "Il concept è pensato per una serata piacevole, con la carta dei cocktail, musica live, e cena che vede contaminazioni internazionali senza dimenticare la cucina romana in chiave contemporanea". Così in carta tra gli antipasti si trovano ceviche di ombrina, babaganosh estivo con verdurine, pastrami con pan brioche e albicocche arrosto, polpettina di ceci con crema di ricotta speziata e pomodori informati. Tra i primi un classico romano, il tonnarello cacio e pepe ma con aggiunta di gamberi, mezzo pacchero rigato, cozze e frigitelli con terra alla ‘nduja e fusilli al ferro con amatriciana di polpo. Tra i secondi il pesce in guazzetto e ribs porchettate con cicorietta saltata. I dolci non si dimenticano prima fra tutti la crostata scomposta di ricotta e visciole omaggio alla cucina ebraico romanesca del ghetto a pochi passi da qua.

Tra gli aperitivi e il dopocena spazio alle miscelazioni, che possono accompagnare tutti gli abbinamenti unendo food e drink insieme. In carta si varia dalle bevute più innovative, interessanti i ‘Gin a Km 0’, ai grandi classici come il Bulleit bourbon, Tequila Patron Blanco, Cachassa, Mezcal. D'estate si gode il giardino e l'inaspettato silenzio, d'inverno il Salotto interno alla location usato anche per eventi privati, feste aziendali, set cinematografici e shooting cinematografici.

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