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Sfila il 'carro dei carcerati' con la Statua della Libertà col mitra

Sfila il 'carro dei carcerati' con la Statua della Libertà col mitra

Polemica ad Acerra: canzoni neomelodiche inneggianti ai detenuti

NAPOLI, 05 marzo 2025, 18:13

Redazione ANSA

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Un carro di carnevale, trainato da un trattore, con una grande Statua della Libertà che, con il braccio alzato, brandisce un mitra: scoppia la polemica ad Acerra, nel Napoletano, per il 'carro dei carcerati' che ha partecipato alla sfilata del carnevale cittadino.
    I fatti - come ricostruisce Il Mattino - risalgono a ieri pomeriggio, quando il carro ha sfilato per ultimo. "Sulla pedana rimorchiata da un trattore - scrive il quotidiano - la riproduzione di un carcere e sui muri le finestre con le grate di ferro delle celle. All'interno, grazie a un elevatore elettrico, un'imponente statua della libertà" che, "invece di impugnare nella mano destra la fiaccola impugnava la quasi perfetta riproduzione di un mitra, un minaccioso kalashnikov in bella mostra, a braccio levato". Davanti al carro, sul quale campeggiava la grande scritta 'Freedom', ragazzine che ballavano al suono di canzoni neomelodiche che inneggiavano alla "libertà per i carcerati". Insieme a loro anche giovani e meno giovani in tenuta da galeotto. "Vogliamo la libertà non solo per i carcerati ma per tutti quelli che soffrono anche fuori dalla prigione", ha detto il capo della 'paranza', il gruppo che ha allestito il carro: barba nera e lunga, occhiali da sole e un soprannome che è tutto un programma, 'Sandokan, come lo storico boss dei Casalesi. Il Mattino scrive che il carro "è stato costruito dalla paranza 'del Congo', il rione Gescal di Acerra, centinaia di famiglie che versano da tempo immemore in condizioni difficili".
    La sfilata del carro non ha suscitato nè proteste nè indignazione sul momento, ma la polemica è scoppiata oggi, con diverse prese di posizioni critiche che arrivano da più parti.
    Il sindaco di Acerra, Tito D'Errico, ha spiegato che il Comune non è responsabile dell'organizzazione del Carnevale, di cui si è occupato una società esterna, e che del 'carro dei carcerati' non sapeva assolutamente nulla.
  "L'indegno carro allegorico sfilato durante il carnevale di Acerra, con la squallida riproduzione di una Statua della Libertà con un mitra anziché con la tradizionale fiaccola, rappresenta quella sottocultura di assuefazione e condiscendenza a richiami criminali che infesta i nostri territori, ed esige una netta e decisa censura", afferma, in una nota, il senatore di Fratelli d'Italia, Sergio Rastrelli, che annuncia un'interrogazione parlamentare urgente al Ministro dell'Interno "per comprendere come sia stato possibile che quel carro, accompagnato da musica neomelodica e da figuranti vestiti da detenuti, possa aver attraversato la città senza incontrare opposizioni e come sia stato possibile che un evento ufficialmente finanziato dal Comune abbia potuto includere un elemento tanto controverso senza alcun controllo e supervisione". "Surreale la vicenda del 'carro dei carcerati', che ha sfilato per Acerra nella totale indifferenza degli enti organizzatori e del sindaco D'Errico", aggiunge il circolo di Fratelli d'Italia di Acerra. "Il dubbio che poniamo - prosegue il comunicato di FdI - è se l'amministrazione fosse a conoscenza del fatto dando comunque il via libera o se non avesse contezza di ciò che stava accadendo nel territorio che amministra". Secondo il deputato di Avs Francesco Emilio Borrelli e il coportavoce regionale di Europa Verde Rosario Visone "non si trattava di un carro allegorico con un messaggio positivo ma un chiaro omaggio alla criminalità e alla violenza. Un esempio poco edificante soprattutto per i tanti bambini presenti per festeggiare il carnevale. Ormai - proseguono - questi sono i modelli preminenti in determinati territori. Zero parole per la legalità e per le vittime della camorra, ma totale sostegno pubblico e sociale alla peggiore camorra. I vestiti che vanno più di moda sono quelli dei 'malamente' e dei galeotti che vengono indossati con orgoglio. Si chiede libertà per i criminali e non giustizia per le vittime. I comportamenti delinquenziali sono mitizzati e portati ad esempio di generazione in generazione. Un disastro sociale e attualmente inarrestabile". 
   
   

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