E' la storia di una malattia a
lieto fine diventata una fiaba, scritta da un padre per aiutare
la ricerca scientifica sul neuroblastoma, prima causa di morte
per malattia in età prescolare e il più comune dei tumori
pediatrici dopo le leucemie e i tumori cerebrali. Si intitola
"La mia vita a 300 all'ora", il libro scritto dal napoletano
Pasquale Mele a sostegno della ricerca promossa
dall'Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma.
"La mia vita a 300 all'ora" rimanda alla corsa di Pasquale
Mele per la vita del figlio Antonio, colpito durante l'infanzia
da un neuroblastoma e oggi 19enne e guarito dal male. Un testo
pensato come lettura per l'infanzia e rivolto alle scuole, in
particolare a quella primaria e alla secondaria di primo grado.
Secondo la metafora usata nella fiaba, "il lupo cattivo si
chiama Neuroblastoma, una bruttissima malattia infantile, e i
cacciatori sono i medici dell'ospedale pediatrico Gaslini di
Genova che per sei mesi hanno lavorato alla ricerca di una cura
per Antonio". Da qui l'incontro con le professioniste e i
professionisti del Gaslini di Genova diventati nella fiaba i
"cacciatori" che alla fine trovano e sconfiggono il "lupo" che
aveva "rapito" Antonio.
Una testimonianza d'amore, ma anche di fiducia nella medicina
e nella ricerca scientifica. Oltre ad essere una storia di vita
vera in aiuto alla ricerca sul neuroblastoma. "La mia vita a 300
all'ora" è anche un atto di generosità: il ricavato - si
specifica nel testo - è interamente devoluto alla ricerca
promossa dall'Associazione Italiana per la Lotta al
Neuroblastoma.
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