Non solo le tradizionali
divinità Minerva, Mercurio, Nettuno, Venere ma anche i culti
'minori''di Semo Sancus, i Lari impressi sulle pareti o negli
ambienti delle domus dell'antica Herculaneum. Vere e proprie
edicole votive dei giorni nostri che abbellivano le case di un
tempo, prima dell'eruzione del 79 d.C. Il Parco archeologico di
Ercolano, in collaborazione con Coopculture, ha illustrato ai
visitatori con l'evento 'Ercolano dei popoli' uno spaccato sulle
divinità note e meno note dell'antica città.
Un excursus tra pluralità culturali, storiche e antropologiche
nel mondo antico con influssi provenienti anche dall'Oriente.
Nell'antica città si veneravano Attis e Iside, simboli di
rinascita e purificazione mentre nell'interno della Sede degli
Augustali vi era un luogo dedicato al culto dell'imperatore
Augusto. All'esterno della bottega ad cucumas, ovvero un
esercizio commerciale per la vendita del vino spicca la
raffigurazione di Semo Sancus, "un dio sabino molto antico che
molto spesso viene accomunato a Giove , altre volte ad Ercole
proprio perché barbuto e robusto ma in realtà è un dio legato al
commercio" ha spiegato nel corso della visita Giovanni Del Prete
operatore di Coopculture.
Piccole edicole nelle domus che ospitavano i Lari, cui venivano
fatte offerte a protezione della casa e della famiglia da parte
di servi e padroni. Nella zona sopra la spiaggia, un'area sacra
con due sacelli dove venivano dedicati culti il principale a
Venere, dea della bellezza ma anche protettrice dei naviganti.
"Ercolano è un luogo dove culti ufficiali e culti misterici
hanno trovato terreno fecondo" ha detto il direttore del Parco
archeologico di Ercolano, Francesco Sirano "Visitare Ercolano in
questa prospettiva significa entrare in un mondo dove il confine
tra sacro, profano, mito e ignoto, si dissolve. Nel Parco
archeologico, si può ancora percepire concretamente l'eco di una
civiltà che venerava gli dei e cercava risposte ai grandi
misteri dell'esistenza anche al di fuori della religione, come
dimostra la scuola di filologia epicurea impiantata nella Villa
dei Papiri". (ANSA)
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