Come una festa per la città, "una mostra che esalta il genius loci" dedicata a Giuseppe Pirozzi, 90 anni, scultore e maestro di generazioni: la prima inaugurazione al Museo e Real Bosco di Capodimonte per il direttore Eike Schmidt rilancia l'idea di un 'cuore verde' partenopeo in stretta connessione con i suoi artisti. Si potrà visitare gratuitamente fino al 6 gennaio nell'edificio storico del Cellaio l'antologica "Giuseppe Pirozzi. L'atelier dello scultore" un omaggio in 108 opere.
Sette, dal 1956 a 2011, sono state da lui donate al Museo e tra queste anche il grande dittico installato sul prato del Cellaio, nella versione inedita in bronzo (l'originale in gesso fu esposto una sola volta a Palazzo Reale nel 1988) realizzata con il contributo del mecenate Gianfranco D'Amato.
"Un onore inaugurare una mostra dedicata a Giuseppe Pirozzi nell'anno del suo novantesimo compleanno. Pirozzi è tra gli artisti che hanno maggiormente contribuito al rinnovamento della scena napoletana, recependo e rielaborando le tendenze internazionali attraverso un percorso straordinario di oltre sette decenni" spiega Schmidt ricordando "che le opere sono nate proprio in questo contesto, intorno al museo", invitando tutti i frequentatori del bosco ("anche chi viene qui a correre e a giocare, i giovani che possono scoprire una vena artistica") a visitare l'esposizione. E ringraziando il suo predecessore Bellenger, che fece partire l'idea dell'omaggio.
In prestito dal Museo del '900 di Sant'Elmo, dal Madre e da altri importanti istituti e collezioni private arrivano anche 68 sculture in bronzo, gesso, terracotta, 19 gioielli in argento fuso, 18 disegni, grafiche, che ricreano la magia dell'atelier grazie alla stretta collaborazione con l'artista, la figlia Francesca e la curatela di Maria Tamajo Contarini e Luciana Berti.
Racconta il maestro, amatissimo docente (dal 1964 al 2001) dell'Accademia di Belle Arti napoletana: "ll Cellaio, integrato perfettamente nel Real Bosco, rispecchia in qualche modo il rapporto stretto con l'elemento naturale che da sempre caratterizza il mio sentire e conseguentemente la mia produzione artistica. Inoltre Capodimonte è per me un luogo del cuore, in quanto vi ho abitato con la mia famiglia, mia moglie insegnava all'Istituto per la Porcellana G. Caselli, qui ho avuto il mio studio, a villa Fagella, già sede di diversi atelier d'artista, e non ultimo, associo Capodimonte all'ex Soprintendente, Raffaello Causa". Consegnata a Pirozzi dal rettore dell'Università Federico II Matteo Lorito una targa dell'associazione Guido Dorso.
"La mostra riconosce l'impegno di un artista capace di utilizzare creatività e talento per trasmettere ai suoi tanti allievi il senso dell'intreccio tra arte e impegno sociale" nota Lorito che ha chiesto a Pirozzi un contributo artistico per gli 800 anni dell'Ateneo.
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