(di Giorgio Neri)
"Un'autentica odissea che si
protrae da anni". Così un pensionato, Domenico Luccisano, di
Gioia Tauro, racconta all'ANSA la vicenda riguardante le
difficoltà nel garantire assistenza alla figlia trentacinquenne,
costretta su una sedia a rotelle.
"Negli ultimi mesi Rita Erika, che oggi ha 35 anni e non ha mai
deambulato - racconta Luccisano - ha sviluppato una piaga da
decubito che si è sempre più ingrandita. Oltre alle sofferenze
fisiche, c'è il concreto rischio che la ferita, se non
opportunamente curata, si infetti e degeneri in una pericolosa
setticemia".
Per curare la ferita servono dispositivi e medicinali
particolari, la cui fornitura viene autorizzata ogni due mesi da
uno specialista dell'Azienda sanitaria provinciale "Dopo questo
passaggio, che mi costringe periodicamente a recarmi a Palmi -
racconta Luccisano - devo raggiungere Taurianova per rivolgermi
al servizio di Assistenza domiciliare integrata in modo da
ricevere il materiale sanitario necessario, composto da guanti,
garze, dispositivi medici ed un kit particolare. Ma fin dalla
prima fornitura, quando ho dovuto attendere più di un mese per
avere tutto, sono iniziati i problemi. E da allora, oltre alle
lunghe attese, c'è sempre qualcosa che manca. E così sono
costretto a provvedere di tasca mia".
"Sono davvero stufo, oltre che arrabbiato - dice ancora il
pensionato - per questa situazione. Oltre a vivere una vicenda
umanamente insopportabile, devo affrontare difficoltà enormi per
ricevere adeguata assistenza dalle strutture sanitarie
pubbliche. Il servizio di assistenza domiciliare integrata serve
ben 33 comuni della Piana di Gioia Tauro e spesso le file per
essere ricevuti sono interminabili. Il problema è che nessuno si
lamenta e molta gente, di fronte ad una situazione così grave e
difficile, sta zitta. Tutto questo però non è accettabile. Per
questo ho deciso di protestare pubblicamente chiedendo un
servizio ed un'assistenza più adeguati".
"Sabato scorso, per sicurezza - riferisce ancora il pensionato -
sono stato costretto a portare mia figlia a Vibo Valentia, a
parecchi chilometri di distanza, per farla visitare e medicare
da un chirurgo. Spesso il personale dell'Azienda sanitaria
provinciale mi esprime il suo dispiacere per questa situazione.
Ma il dispiacere non serve a risolvere i problemi".
"Sono nauseato - é lo sfogo conclusivo di Luccisano - perché so
bene che ormai nella sanità ci sono problemi dappertutto, ma
credo che qui in Calabria la situazione stia andando ben oltre
il 'terzo mondo'".
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