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Italiani iperconnessi, per 28% notifiche fino a ora di dormire

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Italiani iperconnessi, per 28% notifiche fino a ora di dormire

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In collaborazione con Amazon

Studio, 'più di un quarto si rilassa con un libro, ma distratto'

MILANO, 06 marzo 2025, 12:00

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Italiani iperconnessi, per 28% notifiche fino a ora di dormire - RIPRODUZIONE RISERVATA

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Italiani iperconnessi, per 28% notifiche fino a ora di dormire - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Amazon

Sempre connessi, nella costante attesa dell'ultima notifica in un costante stato di attivazione che porta a essere frequentemente distratti e stressati: è il profilo degli italiani secondo una nuova ricerca condotta per Amazon Kindle in occasione della Giornata Mondiale della Disconnessione che si celebra il 7 marzo. Lo studio commissionato a febbraio 2025 e condotto da Censuswide su un campione rappresentativo di 2.000 intervistati italiani in età adulta, mostra come queste abitudini portino gli italiani a essere frequentemente distratti e stressati, fino al momento in cui si stendono a letto. La pressione per rimanere connessi, infatti, è costante, con oltre un quarto degli italiani (28%) che riceve notifiche fino all'ora di andare a dormire, in media le 23:26. L'orario limite entro cui gli italiani dovrebbero spegnere le notifiche e dedicarsi ad un'attività rilassante sono le 22:26, così da favorire un buon sonno ristoratore. Il neuroscienziato e autore Dr. Mark Williams, infatti, suggerisce di "trascorrere almeno un'ora libera da notifiche la sera prima di andare a dormire, per dare alla mente il tempo di rilassarsi".
Si ricevono notifiche da smartphone, smartwatch, laptop e tablet durante tutto il giorno, portando più della metà delle persone (59%) a sentirsi frequentemente distratta. "Quando si sente il suono di una notifica o si avverte la vibrazione dello smartphone, il cervello lo interpreta come qualcosa che richiede immediata attenzione, mantenendo uno stato costante di allerta", spiega Williams. "Ogni volta che l'attenzione viene deviata da una notifica, occorrono 60-90 secondi per rifocalizzarsi sul compito che si stava svolgendo originariamente. Queste interruzioni sottraggono tempo, portando ad una minore efficienza", aggiunge.
Ci si distrae non solo quando si vede apparire una notifica: oltre tre quarti degli italiani (91%), infatti, controllano i dispositivi ogni ora nella speranza di averne ricevuta una nuova, alcuni fino a 80 volte. Secondo Williams questo comportamento è simile a una dipendenza: "Le notifiche possono innescare il rilascio di dopamina, portando le persone a controllare compulsivamente i loro smartphone in attesa di riceverne una nuova". Queste notifiche che creano dipendenza impattano negativamente sulla concentrazione, portando l'83% degli italiani a sentirsi stressato la sera. Più di un quarto (30%) fatica poi a rilassarsi, quindi guarda la TV (71%), ascolta musica (37%) e legge libri (34%) nel tentativo di staccare la spina. Il tempo dedicato al relax serale non è privo di interruzioni, poiché quasi la metà degli italiani (43%) è ancora frequentemente distratta dalle notifiche in arrivo. Una volta a letto, quasi tre quarti (74%) ammettono di addormentarsi più tardi del previsto proprio a causa del controllo delle notifiche sui propri dispositivi.
"Viviamo in un mondo veloce e iperconnesso, siamo immersi in un turbinio di input che facciamo fatica a ignorare", ha detto Roberto Toro, Senior PR Manager di Amazon. "In Italia guardiamo tutti il cellulare almeno una volta l'ora e ci sono persone che controllano lo schermo anche 80 volte in un'ora in attesa di notifiche e messaggi", ha evidenziato Toro. Un elemento sottolineato anche da Valentina Pano, divulgatrice digitale, secondo cui "viviamo in un'epoca estremamente interconnessa, trascorriamo in media 349 minuti al giorno davanti al telefono e con i nostri pollici percorriamo circa 126 km scrollando le notifiche. Questo è vero soprattutto tra la Generazione Z, che vive molto i social non solo come mezzo di intrattenimento, ma anche come socialità". Secondo l'influencer è ormai noto che "i social creino dipendenza" e "il rischio reale è quello di perdere qualcosa nella vita che abbiamo intorno, per questo è necessario riscoprire il rapporto con il qui e ora".

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