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ANSAcom - In collaborazione con Confindustria Nautica e i Saloni Nautici
Un appello al governo italiano, "ma vi chiediamo di farvi portavoce anche in Europa", affinché si arrivi ad una regolamentazione di sicurezza che consenta di rifornire di metanolo gli yacht nelle marine e un altro per chiedere all'Imo, l'International maritime organization, che regola la costruzione delle navi nel mondo, di varare un codice yachting per costruzione degli yacht. Sono le due richieste lanciate da Massimo Perotti, presidente e amministratore delegato di Sanlorenzo dal palco dell'inaugurazione del Salone Nautico internazionale di Genova.
"Questo perché noi continuiamo a costruire le navi da diporto facendo riferimento al Codice navale dello shipping che è totalmente diverso dall'utilizzo di una nave da diporto" dice Perotti. Sul primo punto spiega: "Per ridurre le emissioni ci sono tantissime navi in costruzione con la propulsione con il metanolo e parallelamente i 4/5 più grandi costruttori di motori stanno investendo denari e sforzi per costruire motori dual fuel che bruciano metanolo e gasolio. Sono due segnali che la nautica deve cogliere" premette Perotti, ma a fronte di questi sforzi "non esiste una regolamentazione di sicurezza per poter fare rifornimento di metanolo nelle marine, regolamentazione che consenta di fare il pieno di metanolo. "Il mio gruppo ha costruito il primo 50 metri che utilizza metanolo per trasformarlo in idrogeno e produrre 100 kw per l'hotellerie di bordo - racconta l'imprenditore -. Ma quando a maggio lo abbiamo varato non esisteva un regolamento per riempire il serbatoio, 8 mila litri, quindi nessuno è potuto venire a farci il pieno. Lo abbiamo fatto con tanche da 20 litri, manualmente. E durante la crociera ad agosto non c'è stato modo di fare rifornimento in Italia, Francia e in Grecia: lo abbiamo fatto in Albania a Durazzo".
L'altro nodo è il "codice yachting". "Da oltre un anno insieme all'organizzazione internazionale che raccoglie tutti i costruttori delle barche superiori ai 40 metri abbiamo deciso di chiedere all'Imo che regola la costruzione delle navi nel mondo di avere un codice yachting. Nei prossimi 10 anni ci saranno regolamentazioni sempre più stringenti riferite alla sostenibilità e quindi alle emissioni di CO2, vorremmo staccare il nostro business dalla costruzione delle navi perché lo yacht si utilizza in modo completamente diverso e quindi potremmo subire delle conseguenze devastanti dalle richieste di ridurre le emissioni in atmosfera".
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