L'educazione finanziaria e il lavoro
delle donne sono due elementi che possono "aiutare in un
processo di empowerment e di crescita della consapevolezza"
rispetto alla violenza economica per ridurre l'esposizione al
rischio e permettere di superare poi la situazione. Lo afferma
la capo dipartimento tutela della clientela ed educazione
finanziaria della Banca d'Italia, Magda Bianco, alla giornata
della Consob "Libere di contare. Più consapevolezza finanziaria.
Meno violenza economica".
"I dati suggeriscono che c'è una relazione positiva, un
circolo che si crea tra inclusione economica nel mercato del
lavoro, inclusione finanziaria e alfabetizzazione finanziaria.
Tra queste tre componenti occorre davvero cercare di creare un
circolo virtuoso, non sempre facilissimo", dice Bianco
ipotizzando che la "vera radice del problema" possa essere
l'inclusione sul mercato del lavoro.
In Italia c'è il più basso tasso di partecipazione femminile
al mercato del lavoro in Europa, il 56%, un basso tasso di
occupazione, tantissimo part time involontario, un pay gap
elevato, intorno al 10% e un difficile accesso per le donne
alle posizione di vertice. "Questo incide su tutto, anche
sull'inclusione finanziaria", secondo la capo dipartimento che
sottolinea come la differenza tra donne e uomini, per esempio
nell'avere un conto corrente o carte di pagamento, quasi si
annulla per le donne che lavorano. Il divario resta invece per
la partecipazione attiva sui mercati finanziari, un aspetto
forse dovuto anche al fatto che le donne hanno una ricchezza
netta inferiore (nel 2020 del 32%).
Nel lungo periodo, per Bianco, bisogna lavorare sul circolo
mercato del lavoro, inclusione finanziaria, educazione
finanziaria, "che rischia in Italia di essere vizioso". Ma nel
breve periodo, aggiunge, "l'educazione finanziaria è quella su
cui stiamo lavorando in tanti anche per sostenere la fragilità
e intervenire anche nell'emergenza".
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