Gli studenti dell'Unione degli
Universitari di Venezia, Padova e Verona e della Rete degli
Studenti Medi Veneto con moltissime altre associazioni aderenti
e la cittadinanza tutta, si sono radunati nel pomeriggio in 300
in campo Saffa, nel centro storico lagunare, per un presidio in
risposta alle azioni compiute degli ultimi tre giorni a danno
della loro sede. Con striscioni, cartelloni e interventi
pubblici, hanno manifestato "contro il fascismo dilagante e il
silenzio delle istituzioni"
"Oggi avrei voluto esprimere in modo diverso la mia rabbia,
avrei voluto essere nelle piazza a manifestare, con amiche e
amici, compagne e compagni, a parlare di transfemminismo, di 8
marzo, di lotta nei confronti del patriarcato - dice Angelica
Morresi, coordinatrice dell'Unione degli Universitari di Venezia
- e invece la rabbia che provo, che proviamo, è per questi tre
attacchi fascisti, omofobi e violenti in meno di una settimana.
Sono giorni che continuiamo a vedere gesti vigliacchi, scritte
infami sui muri, minacce di morte, aggressioni squadriste. E
siamo ancora più stanchi del silenzio. Del silenzio complice
delle istituzioni che dovrebbero difenderci".
Continua poi Marco Nimis della Rete degli Studenti Medi del
Veneto: "abbiamo scelto di essere in piazza oggi perché quello
che è successo non è un caso isolato, non sono semplici insulti
o goliardate, come le definirebbe qualcuno, ma atti politici,
precisi, che mirano a colpire chi si organizza, chi non abbassa
la testa, chi lotta per un'alternativa a un sistema che si nutre
di discriminazione, di autoritarismo, di paura. E' successo a
noi, è successo anche qualche giorno fa - riferisce - durante un
concerto sempre a Venezia, è successo poche settimane fa ad uno
studente che è stato picchiato dentro la sua scuola a Vicenza.
La destra estrema si sente legittimata, protetta, coccolata da
un governo che non perde occasione per strizzare l'occhio ai
nostalgici del ventennio. E le istituzioni locali? Mute.
Indifferenti. Complici. Chi tace di fronte a queste aggressioni
si assume la responsabilità politica e morale di permettere che
accadano".
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