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In mostra a Padova il Canova 'mai visto' con pezzi inediti

In mostra a Padova il Canova 'mai visto' con pezzi inediti

Spicca il Vaso cinerario di Louise von Callenberg

PADOVA, 07 marzo 2025, 15:28

Redazione ANSA

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Opere, documenti e collezioni di Antonio Canova che nessuno, tranne un pugno di studiosi, ha potuto ammirare, saranno il cuore della mostra "Il Canova mai visto", curata da Andrea Nante, Elena Catra e Vittorio Pajusco, ospitata al Museo diocesano di Padova dall'8 marzo all'8 giugno prossimi.
    Tra i pezzi "inediti" figura per la prima volta il Vaso cinerario di Louise Diede zum Fürstenstein, nata von Callenberg, originariamente collocato nel giardino esterno della chiesa degli Eremitani.
    L'opera in marmo, realizzata da Canova tra il 1803-1807, data per distrutta dai bombardamenti del marzo 1944, che danneggiarono gli Eremitani, è stata ritrovata negli ambienti della parrocchia grazie a una ricerca sull'inventario dei beni culturali ecclesiastici (beweb) per il volume della Regione Veneto dedicati allo scultore.
    L'opera ebbe una lunga e travagliata gestazione, e solo alla fine dell'estate del 1807 giunse a Padova. Il Vaso cinerario era parte di un monumento funerario progettato e realizzato dall'architetto Giannantonio Selva e dallo scultore Domenico Fadiga, e composto da un cippo a sostegno dell'opera canoviana su cui campeggiava una scritta attribuita a Johann Wolfgang von Goethe, una stele con l'epigrafe redatta dall'abate Stefano Antonio Morcelli e sette candelabri con altrettante iscrizioni di personaggi illustri.
    La mostra farà luce su vicende che legano Padova e Canova a importanti esponenti dell'aristocrazia europea, ad artisti e intellettuali come la pittrice svizzera Angelica Kaufmann, autrice di un ritratto di Canova conservato in una collezione privata a Padova, che sarà esposto al Palazzo vescovile. Ma sarà anche l'occasione per scoprire la figura della nobildonna tedesca Louise von Callenberg, e le relazioni che intercorrevano con intellettuali e artisti europei come Goethe, e con l'aristocrazia italiana ed europea, tra cui il senatore e principe Abbondio Rezzonico, nella cui villa di Bassano del Grappa la nobildonna morì il 29 agosto 1803.
    Nell'esposizione anche alcuni gessi provenienti dalla Gipsoteca di Possagno, i ritratti dei protagonisti coinvolti nella realizzazione dell'opera, vedute inedite della città di Padova che mostrano dove fosse collocato il monumento funebre e numerosi volumi dell'epoca che ne hanno tramandato l'immagine e la fortuna.
   

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