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Vescovo Africa, per noi Giubileo è costoso, lo faremo a casa

Vescovo Africa, per noi Giubileo è costoso, lo faremo a casa

Mons. Muheria, 'era meglio aprire Porte Sante ovunque'

CITTÀ DEL VATICANO, 02 settembre 2024, 12:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Saranno pochi i fedeli che dall'Africa potranno venire a Roma per il Giubileo. Poche persone solo in rappresentanza nelle celebrazioni più importanti. "Per noi è molto costoso, faremo celebrazioni nelle nostre diocesi, sarebbe stato meglio potere aprire Porte Sante ovunque", come era stato deciso per il Giubileo della Misericordia del 2016. Per il 2025 le Porte Sante invece saranno solo quattro e a Roma.
    A parlare è monsignor Anthony Muheria, arcivescovo metropolita di Nyeri e vicepresidente della Conferenza dei vescovi cattolici del Kenya, a Roma per la 'visita ad limina' in Vaticano. "Il Giubileo per noi è molto costoso - ha detto incontrando un gruppo di giornalisti a Roma, dopo l'incontro con il Papa -. Anche se qualcuno avesse questo desiderio non ha la possibilità economica. Pensiamo di organizzare delle celebrazioni locali". Per il vescovo africano bisognerebbe "cambiare la mentalità, il luogo della celebrazione non è Roma ma è la Chiesa, la diocesi, lì dove sono concretamente i fedeli". "Sarebbe una cosa buona avere una porta santa per ogni cattedrale" ma comunque "l'anno santo è un momento di grazia per tutti, porta santa o no".
    Il vescovo fa presente che i costi sono un vero ostacolo per i fedeli africani: "Dal Kenya il solo volo aereo per Roma, andata e ritorno, costa 2mila euro. Per noi è moltissimo. Chi può venire qui a Roma? Quattro ricchi o uno-due fedeli ai quali la diocesi può pagare il viaggio. Allora è meglio fare delle celebrazioni in loco, che aiutano la conversione spirituale".
    Il problema non è solo del Kenya: "Non c'è un solo Paese africano che abbia questa possibilità. Quanti africani ma anche quanti asiatici o quanti latinoamericani potranno permettersi il viaggio a Roma per il Giubileo?", chiede il vescovo sottolineando che il problema si pone anche nelle Giornate Mondiali della Gioventù. "Sono incontri molto buoni ma noi possiamo mandare forse cinque-dice giovani, comunque pochi.
    Allora noi organizziamo una Gmg nel Kenya, così i ragazzi possono approfittare della grazia. Forse non nella stessa misura - conclude il vescovo - ma qualcosa facciamo".
   

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