Papa Francesco ha inviato una
lettera in Giappone, e consegnata dal cardinale arcivescovo di
Tokyo Isao Kikuchi, ad un uomo che ha trascorso 40 anni nel
braccio della morte, prima di essere stato definitivamente
assolto nel 2024. Lo rendono noto i media nipponici, citando la
sorella dell'88enne Iwao Hakamata, accusato di un quadruplo
omicidio nel 1966, e battezzato con il rito cattolico nel 1984,
durante la sua detenzione, e noto per aver partecipato ad una
messa tenuta dal Pontefice nel suo viaggio a Tokyo nel 2019.
"Sua Santità Papa Francesco è stato lieto di essere informato
della assoluzione e spera che possa godere della pienezza della
tua libertà e della compagnia di coloro che ti sono più vicini",
si legge nella missiva datata 9 gennaio, a firma del sostituto
per gli Affari generali della Segreteria di Stato, mons. Edgar
Pena Parra, accompagnata da un rosario con l'emblema del
Vaticano. Il Papa, inoltre, "invia cordialmente la sua
benedizione".
La lettera è stata consegnata personalmente dal cardinale
Kikuchi durante la sua visita alla casa di Hakamata ad
Hamamatsu, nella prefettura di Shizuoka, alla fine di febbraio,
ha confermato la sorella 92enne dell'ex detenuto, Hideko.
Incriminato per omicidio, rapina e incendio doloso, la condanna
a morte di Hakamata era stata emessa nel 1980. Nuove prove hanno
portato al rilascio dell'ex pugile professionista dalla casa di
detenzione di Tokyo nel 2014, ma il suo caso è stato
successivamente riaperto.
Ci sono voluti dieci anni per venire assolto con formula
piena dal tribunale distrettuale di Shizuoka in un nuovo
processo. "Siamo stati estremamente felici per la cura mostrata
dal pontefice. Spero che il Papa si rimetta presto in salute",
ha detto la sorella.
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