"Il 26 febbraio 1948, oramai 77 anni
fa, ha segnato una data fondamentale della nostra Autonomia, che
in questi quasi 80 anni si è evoluta nella sua fisionomia
costituzionale e statutaria. L'avvenire della nostra Autonomia
però dipenderà, innanzitutto, dalla sua capacità di rinnovarsi e
di essere un punto di riferimento e un bene comune per tutta la
comunità, e come tale percepito". Lo ha detto il presidente del
Consiglio valle, Alberto Bertin, aprendo i lavori nel segno del
77/o anniversario dello Statuto speciale.
"Anniversari come quello del 26 febbraio dovrebbero essere
occasioni per riflettere sulla prospettiva futura - ha detto
Stefano Aggravi (Rassemblement valdotain) - e in particolare
sulla nostra Autonomia speciale. Non bastano parole o proclami
ma bisogna rileggere criticamente molte scelte fatte negli
ultimi anni e rilanciare un'azione autonomista forte per la
nostra comunità coinvolgendola direttamente. Solo così eviteremo
che il pilastro centrale delle nostre istituzioni regionali
finisca relegato nella polvere della storia, disperso nella
confusione del presente. Non si tratta di cercare il conflitto
con lo Stato centrale bensì di esercitare l'autonomia con
coraggio e determinazione". Per Aldo Di Marco (Pour
l'Autonomie)"l'Autonomia è un concetto che non appartiene ai
singoli movimenti, spesso in contrasto tra loro per rivendicarne
il possesso esclusivo, esattamente come le celebrazioni non sono
proprietà dei Presidenti o delle Giunte che, per loro natura, si
alternano e passano; l'Autonomia è un patrimonio unico e
indissolubile del popolo valdostano e il compito delle
istituzioni è quello di mettersi al suo servizio, lavorando per
rendere la nostra Autonomia sempre più protagonista e
rispondente alle prospettive di sviluppo della Valle e di tutti
i valdostani".
"La Regione ha condotto con successo la sua battaglia per
l'Autonomia - ha aggiunto Paolo Cretier (Fp-Pd) - incidendo in
maniera corretta nel mantenimento dei rapporti con lo Stato.
Continueremo a procedere a sostegno dell'Autonomia, un percorso
complicato ma non impossibile: la specificità non è un dono
calato dall'alto ma il risultato di una lunga storia conclusa
nel 1945. Il nostro percorso non finisce qui, proseguiamo la
strada verso l'Europa dei popoli".
Erik Lavy (Lega Vda) ha osservato: "Non so se Chanoux sarebbe
così contento di vedere posto il suo busto davanti alla macchina
da scrivere di Chabod: le loro visioni erano profondamente
diverse. La nostra Autonomia è stata definita 'l'endroumìa',
perché le rivendicazioni dei valdostani erano più ampie e oggi,
le prerogative del nostro Statuto vengono continuamente erose,
soprattutto dall'Unione europea. Oggi, la nostra identità
linguistica non esiste praticamente più, il francese è ridotto
ad una "macchietta", una lingua da usare solamente negli eventi
istituzionali e i nostri giovani non la amano più. E questo non
è colpa dello Stato, è colpa nostra".
Infine il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha
sottolineato "l'importanza del lavoro comune svolto per il
nostro Statuto Speciale che appartiene alla nostra storia
istituzionale e costituisce il pilastro del nostro futuro.
Abbiamo specialità uniche in Italia e ognuno di noi deve
impegnarsi a mantenerle. Il presidente Mattarella ha confermato
l'importanza della nostra lingua e noi abbiamo il dovere di
lavorare per mantenerla e rilanciarla con forza".
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