"La Giornata dell'8 marzo è una
ricorrenza che a ognuno rinnova la forza per rendere sostanziale
l'emancipazione delle donne, ricordandoci che tutti i traguardi
conquistati sinora sono tappe di un percorso che è ancora pieno
di discriminazioni": è quanto afferma la presidente della
Regione Umbria, Stefania Proietti.
"In questa occasione - continua la presidente - mi piace però
riprendere una notizia positiva che apre comunque a una
riflessione. Secondo il report elaborato da Manageritalia sugli
ultimi dati ufficiali disponibili dall'Inps, cresce la
managerialità italiana nel settore privato (+2,6% nel 2023), con
un aumento dovuto principalmente alla componente femminile che
segna un incremento del 5,1 per cento delle donne e dell'1,9 per
cento degli uomini. Si conferma, quindi, la forte rincorsa verso
la parità delle donne dirigenti, cresciute del 101,5 per cento
dal 2008 al 2023 (-2,8% gli uomini e +9,6% il totale dirigenti),
oggi pari al 21,9% del totale (21,4% nel 2022, 20,5% nel 2021 e
19,1% nel 2020)".
"La soddisfazione per il fatto che le donne trovano un loro
spazio non può comunque impedirci di riflettere - osserva
Proietti, in un comunicato della Regione - sul fatto che questo
divario esiste e che alle donne spesso, non basta un alto
livello di studi e di competenze, perché a frenare la vera
parità nel mondo del lavoro è un altro genere di barriere. In
apparenza invalicabili, quanto più invisibili. Quindi, la vera
sfida che tutte le donne devono affrontare è quella di
raggiungere un'uguaglianza non formale. Per questo c'è ancora da
fare e le istituzioni hanno il dovere di programmare politiche e
azioni con al centro l'obiettivo della 'parità sostanziale'. Per
esprimere al meglio le loro competenze e la loro
professionalità, a differenza degli uomini, le donne hanno
ancora bisogno di essere sostenute da una rete di politiche
sociali con al centro strategie che favoriscano la conciliazione
tra i tempi di cura e di lavoro, quindi politiche di welfare
concentrate alla non autosufficienza, ai servizi sociosanitari,
con un occhio attento agli asili e ai servizi scolastici. Perché
occorre sempre ricordare che una donna costretta a scegliere se
lavorare o diventare mamma, di certo non è una donna libera,
così come non è sana una società che non investe sulla crescita
e sul futuro attraverso il cambio generazionale".
"Ma il tema della libertà - sottolinea Stefania Proietti -
non può non richiamare l'attenzione su un fenomeno ripugnante
come quello della violenza contro le donne che ha raggiunto
livelli preoccupanti: la violenza di genere e in famiglia
infatti è uno dei più grandi problemi sociali attuali, che ci
interroga tutti sulle cause e obbliga ognuno, a partire dalle
istituzioni, a fare la propria parte. L'Umbria ancora una volta,
per ben sei legislature, ha scelto una donna come presidente
della Regione, un segnale forte in controtendenza rispetto al
resto del paese in cui i presidenti di Regione sono al 90 per
cento uomini. Questa grande fiducia rappresenta un segno forte
che ci spinge a orientare fortemente l'azione di governo al
sostegno della rete di protezione delle donne, ma anche a
strutturare percorsi di presa in carico per chi agisce in modo
violento, con una grande attenzione alla formazione e educazione
dei giovani che dovrà essere sempre più improntata al rispetto
della persona.
Come presidente della Regione Umbria sento questa
responsabilità e il mio impegno è di lavorare per rendere
effettivamente esigibili tutti i diritti delle donne senza
permettere nessun arretramento.
Con questo animo propositivo, voglio augurare buon 8 marzo a
tutte".
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