"Serve un vero cambio di passo sul
fronte culturale per assicurare una parità di genere reale che
ancora manca nei fatti. Le donne, purtroppo, a parità di
impiego, guadagnano meno degli uomini e comunque, troppo spesso,
vengono assunte per delle posizioni inferiori al livello di
istruzione e formazione conseguito". Così in una nota la
presidente dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, Sarah
Bistocchi, in occasione delle celebrazioni dell'8 marzo.
"La riflessione sull'8 marzo - spiega la presidente - non può
prescindere dall'anno appena trascorso e da quello che è appena
iniziato, attraverso alcune interpretazioni della realtà.
L'Umbria, sul fronte politico, è governata da 25 anni
ininterrotti da donne e, nell'Assemblea legislativa, io sono la
terza presidente donna, insieme ad un Ufficio di presidenza di
sole donne. Dal 2024 anche Perugia, per la prima volta, ha una
sindaca. Un segnale senza dubbio importante, capace di far
scuola e di caratterizzare il dibattito pubblico. Ma attenzione:
non basta che una leadership sia femminile, occorre che sia
anche un po' femminista, perché non ce ne facciamo niente di una
leader donna che poi non si occupa degli interessi, dei bisogni
e dei diritti delle donne".
"A fianco di questo dato di realtà - continua la presidente
Bistocchi - ce ne sono altri, che vanno letti con i numeri. Il
primo è il cosiddetto 'gender pay gap'. I numeri allarmanti
dicono che le donne vengono assunte a tempo parziale a
differenza degli uomini e, a parità di ore, vengono pagate di
meno dei colleghi maschi, con punte del 25 per cento di
differenza. Un quadro desolante, che fa il paio con le
assunzioni di donne demansionate rispetto alla propria
formazione. Ecco quindi che emerge la necessità di un cambio di
passo sul tema. Una nuova cultura e una nuova sensibilità che
passa per le Istituzioni, anche attraverso investimenti
nell'educazione, ma anche per quelle strutture che tutelano
contro tutti gli atteggiamenti discriminatori e violenti, perché
le pari opportunità passano anche dalla tutela nei confronti
della violenza, della discriminazione, del body shaming".
"Per quanto mi riguarda - conclude Bistocchi - l'8 marzo 2025
ha il volto di Eliza Stefania Feru, la prima vittima di
femminicidio del 2025 in Italia, uccisa a casa sua, a Gualdo
Tadino, dal suo compagno, in una nottata in famiglia. Una
ragazza, Eliza, che lavorava e che lottava per la sua
emancipazione, strappata alla vita in una terra come la nostra,
che troppo spesso si considera immune a questo tipo di
efferatezze. A lei, a tutte quelle come lei, e a chi lotta per
la propria emancipazione, va il mio pensiero e il massimo
sostegno di tutte le Istituzioni".
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