Stop del Consiglio
di Stato alla realizzazione di un parco eolico sul Monte Amiata,
nel comune di Roccalbegna (Grosseto). Ribaltata la sentenza di
primo grado del 2022 e annullati tutti gli atti autorizzativi
della Regione Toscana, con l'accoglimento di due distinti
ricorsi, uno proposto da Italia Nostra ed alcuni residenti,
difesi dall'avvocato Michele Greco e l'altro dall'Unione dei
Comuni montani dell'Amiata Grossetana e dal Comune di
Roccalbegna, che avevano espresso parere negativo, così come la
Soprintendenza.
Per Italia Nostra si tratta di una sentenza storica anche
perché "il Consiglio di Stato ha affermato una serie di principi
che sono destinati a fare giurisprudenza". Nella sentenza si
afferma infatti, che "l'impatto visivo è uno degli impatti
considerati più rilevanti fra quelli derivanti dalla
realizzazione di un campo eolico" e che "il paesaggio, quale
bene potenzialmente pregiudicato dalla realizzazione di opere di
rilevante impatto ambientale, si manifesta in una proiezione
spaziale più ampia di quella riveniente dalla sua semplice
perimetrazione fisica consentita dalle indicazioni contenute nel
decreto di vincolo". Per valutare l'impatto visivo, non è dunque
sufficiente la sola perimetrazione della pala.
Il Consiglio di Stato ha precisato inoltre che il proponente
del progetto deve svolgere una "analisi del territorio
attraverso una attenta e puntuale ricognizione e indagine degli
elementi caratterizzanti e qualificanti il paesaggio"; "le
analisi debbono non solo definire l'area di visibilità
dell'impianto, ma anche il modo in cui l'impianto viene
percepito all'interno del bacino visivo".
Italia Nostra sottolinea poi il richiamo dei giudici anche
alle aree non idonee ad accogliere impianti eolici inserite nel
Piano ambientale ed energetico della Regione Toscana e il
riconoscimento del ruolo della Soprintendenza, "troppo spesso
disatteso". Inoltre, conclude l'associazione ambientalista, "è
stato anche ribadito che gli strumenti urbanistici non possono
essere vanificati senza adeguate istruttoria e motivazione" e
che la normativa in favore delle rinnovabili "non può annullare
la tutela del paesaggio".
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