"L'autonomia e l'indipendenza della funzione giudiziaria vanno garantite, tutelate e difese non solo in quanto principi costituzionali ma anche nell'esercizio quotidiano della giurisdizione. La critica e il dissenso rappresentano il fondamento di ogni confronto democratico, ma incontinenti aggressioni verbali che esulano del tutto dal merito tecnico delle decisioni giudiziarie, costituiscono una grave lesione all'immagine stessa della giurisdizione". Così in una nota l'Unione delle Camere Penali in merito al nuovo scontro tra governo e magistratura dopo la sentenza della Cassazione sui risarcimenti del governo ai migranti della nave Diciotti.
Ieri sera il Viminale aveva giudicato la sentenza "sostanzialmente ininfluente" sulla gestione attuale dell'immigrazione irregolare dal nord Africa e sulle questioni a ciò connesse, dall'assegnazione dei porti di sbarco alle navi delle Ong che operano nel Mediterraneo centrale ai rapporti con i principali paesi di partenza e transito, in primis la Tunisia e la Libia. Il giorno dopo la sentenza che ha riacceso lo scontro tra governo e magistratura, è questa la lettura del provvedimento che viene data al Viminale, sulla base dell'analisi tecnica effettuata dagli esperti.
"Assoluta tranquillità" è il messaggio che arriva dal ministero dell'Interno dove si osserva, innanzitutto, che dalla Consulta "si sono limitati a affermare un principio, peraltro non condivisibile. Ma la concreta determinazione di un possibile risarcimento a favore del singolo ricorrente ospitato a bordo della nave Diciotti viene rimessa alla Corte d'Appello".
Significa che un altro giudice dovrà esprimersi.
Dunque, al di là della affermazione di principio, al ministero seguiranno la questione per vedere "quale sarà l'esito pratico di queste quantificazioni in relazione al presunto, eventuale, danno che avrebbero ricevuto dei migranti per essere stati ospitati a bordo di una nave militare italiana, dove sono stati accuditi e rifocillati in seguito ad un salvataggio avvenuto in acque internazionali di competenza non italiana dove si trovavano a bordo di imbarcazioni di fortuna in balia delle onde".
"L'opinabilità delle conclusioni di principio a cui sono addivenute le sezioni unite" sempre secondo il Viminale, troverebbe invece "conferma nel fatto che a tale pronunciamento si è arrivati dopo che la causa presentata dai migranti era stata rigettata in primo grado e in appello. Ed anche in Cassazione è stato richiesto il rigetto dallo stesso procuratore generale, proprio a testimonianza che la tesi del ricorrente è quantomeno opinabile".
Nella sentenza, le sezioni unite hanno affermato che "va certamente escluso che il rifiuto dell'autorizzazione allo sbarco dei migranti soccorsi in mare, protratto per dieci giorni, possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale". Ed inoltre, dicono ancora i supremi giudici, lo sbarco dei profughi va organizzato "nel più breve tempo ragionevolmente possibile".
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