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Su nuova crisi Bosnia consulto in Consiglio di sicurezza Onu

Su nuova crisi Bosnia consulto in Consiglio di sicurezza Onu

Rafforzamento truppe Forza europea Eufor

SARAJEVO, 07 marzo 2025, 16:25

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Le consultazioni informali del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione politica in Bosnia-Erzegovina, svoltesi ieri sera in una seduta a porte chiuse a New York su richiesta della Russia, si sono concluse senza una posizione ufficiale e scritta.
    Secondo informazioni non ufficiali, si è discusso dell'attuale situazione politica nel Paese balcanico, che attraversa una grave crisi politica e istituzionale, del processo e della condanna del presidente della Republika Srpska Milorad Dodik, delle leggi varate dall'Assemblea nazionale della Republika Srpska e del funzionamento dell'Ufficio dell'Alto Rappresentante (OHR) internazionale in Bosnia-Erzegovina.
    Come si è appreso da fonti giornalistiche a Sarajevo, in particolare i rappresentanti di Gran Bretagna. Grecia, Danimarca e Francia si sono mostrati contrari alle posizioni russe, sottolineando l'importanza di rispettare l'accordo di pace di Dayton, l'integrità territoriale e la sovranità della Bosnia ed Erzegovina, e le decisioni dell'Alto Rappresentante.
    Sottolineata inoltre la necessità di astenersi dalla retorica divisiva e da azioni che possano provocare ulteriore instabilità. Da parte russa al tempo stesso sono statre ribadite le critiche all'Alto Rappresentante Christian Schmidt, che per Mosca non ha alcuna legittimità. Intanto, è stata segnalata nelle ultime ore una maggiore presenza di militari della Forza europea Eufor nella zona di Pale, vicino a Sarajevo. Da Eufor hanno sottolineato che si tratta di normali attività di pattugliamento, e che non vi è alcun motivo di apprensione tra la popolazione. Le tensioni politiche e interetniche in Bosnia-Erzegovina sono tornate a salire negli ultimi giorni dopo la condanna a un anno di carcere del leader serbo-bosniaco Milorad Dodik per disobbedienza alle delibere dell'Alto rappresentante, condanna che ha provocato la reazione di Dodik con la promulgazione di nuove leggi sul divieto dell'attività di organi centrali giudiziari e di polizia sul territorio della Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba di cui Dodik è presidente.
   

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