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Il piano arabo per Gaza con l'Anp, fuori Hamas

Il piano arabo per Gaza con l'Anp, fuori Hamas

Contro Riviera di Trump 53 miliardi per ricostruire in 5 anni

05 marzo 2025, 00:14

di Rodolfo Calò

ANSACheck
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi © ANSA/EPA

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi © ANSA/EPA

Mentre Israele torna a minacciare di tagliare la luce e l'acqua a Gaza, l'Egitto ha raccolto dietro di sé il mondo arabo per dire no, al massimo livello, all'idea del presidente americano Donald Trump di fare della Striscia un lungomare di lusso senza due milioni di palestinesi. E con un vertice straordinario della Lega araba su Gaza convocato al Cairo, il presidente Abdel Fattah al Sisi è riuscito a far passare l'ambiziosa linea che nella Striscia, almeno dalle posizioni di comando, dovrebbe sparire invece Hamas, emanazione dell'arcinemica Fratellanza musulmana, al bando in Egitto. Per fare spazio a un ritorno dell'Autorità palestinese che si è detta pronta a svolgere un ruolo di primo piano nel dopo guerra a Gaza.

La bozza del documento finale del summit ancora in corso riprende la proposta egiziana di lanciare un piano per la ricostruzione della Striscia da 53 miliardi di dollari da realizzare in soli cinque anni. "L'Egitto chiede che questo piano venga approvato affinché il popolo palestinese possa ricostruire il proprio Stato e rimanere sulla propria terra", ha scandito Sisi nella faraonica sala circolare del vertice convocato d'urgenza nella nuova capitale amministrativa egiziana per bloccare sul nascere la soluzione trumpiana per l'enclave palestinese distrutta dalla guerra tra Israele e Hamas.

L'esclusione, secondo il piano egiziano, sarebbe sancita dall'entrata in scena di quello che Sisi ha definito "un comitato amministrativo composto da esperti palestinesi indipendenti e tecnocrati, incaricato di gestire" la Striscia per sei mesi, "in vista del ritorno dell'Autorità Palestinese a Gaza". Il piano prevede soccorsi d'emergenza, ricostruzione e lo sviluppo economico a lungo termine articolandosi in due fasi e basandosi su un fondo supervisionato a livello internazionale per garantire "l'efficacia" del mega-finanziamento. Una prima fase, di sei mesi, è incentrata sulla rimozione delle macerie, bonifica di ordigni inesplosi e fornitura di alloggi temporanei.

La seconda fase di ricostruzione, per i restanti quattro anni e mezzo, è a sua volta articolata in due tronconi: il primo fino al 2027 con budget di 20 miliardi di dollari e un secondo fino al 2030 con un costo stimato di 30 miliardi di dollari.

Il piano ha ricevuto subito "con forza" l'appoggio dell'Onu attraverso il discorso del suo Segretario generale Antonio Guterres, e dell'Ue, il cui presidente, Antonio Costa, ha preconizzato che l'Autorità nazionale palestinese "svolgerà un ruolo cruciale nella governance di Gaza". Insomma colmerà il vuoto lasciato che dovrebbe essere lasciato da Hamas.

Il presidente palestinese Abu Mazen, al vertice, si è detto pronto a tenere le elezioni entro l'anno prossimo e ha annunciato che le forze di sicurezza palestinesi assumeranno il loro "ruolo dopo aver ristrutturato e unificato i quadri presenti nella Striscia di Gaza" e averli formati in Egitto e in Giordania. Il piano menziona anche la possibilità di una presenza internazionale nei territori palestinesi, attraverso un'eventuale risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Abbas ha anche annunciato la creazione di un incarico di vicepresidente dell'Anp, nonchè un'amnistia destinata ai membri dissenti del suo partito, Fatah.

Intanto, mentre i leader arabi erano riunioni al Cairo, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar ha chiesto la completa demilitarizzazione di Gaza per passare alla seconda fase dell'accordo sulla tregua. Una richiesta subito respinta al mittente dall'organizzazione islamista palestinese, secondo la quale il suo disarmo è una condizione inaccettabile, una linea rossa che non può essere superata.

La Casa Bianca: 'Trump accoglie con favore il piano arabo per Gaza'

 La Casa Bianca accoglie con favore il "contributo" delle nazioni arabe per il futuro di Gaza, pur insistendo che Hamas non può rimanere al potere. "Il presidente Trump è stato chiaro sul fatto che Hamas non può continuare a governare Gaza", ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, secondo quanto riportato dal Times of Israel. "Pur mantenendo la sua coraggiosa visione di una Gaza postbellica, il presidente accoglie con favore il contributo dei nostri partner arabi nella regione. È chiaro che le sue proposte hanno spinto la regione a sedersi al tavolo piuttosto che permettere che la questione si trasformasse in un'ulteriore crisi", ha dichiarato il funzionario. 

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