(di Simona D'Alessio)
Dal primo gennaio del 2026 chi
deciderà di investire in un Ente del terzo settore, acquistando
i nuovi "titoli di solidarietà", potrà versare un'aliquota del
12,5% (godendo, quindi, delle stesse agevolazioni fiscali
dedicate a chi compra i titoli di Stato). E, sempre a partire
dal prossimo anno, saranno ampliate le chance di
sovvenzionamento delle onlus. È ciò che stabiliscono le nuove
norme tributarie del Terzo settore, su cui ha acceso il semaforo
verde definitivo la Commissione europea; si tratta, ha
commentato il ministro del Lavoro Marina Calderone, di "un
traguardo atteso da anni", che consentirà di "dare finalmente
stabilità e certezze" agli organismi che, nel nostro Paese,
perseguono obiettivi solidaristici.
Il testo varato a Bruxelles dispone l'entrata in vigore di un
regime fiscale 'ad hoc' per il comparto che dispone "la
defiscalizzazione degli utili destinati allo svolgimento
dell'attività statutaria, oppure all'incremento del patrimonio"
delle varie realtà benefiche. Inoltre, come illustrato dal
viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci, "saranno
introdotti specifici incentivi per gli investitori, ampliando le
opportunità di finanziamento per gli enti del Terzo settore".
Fra le pieghe della disciplina appena approvata, ha proseguito,
c'è "l'introduzione di nuovi strumenti di finanza sociale, come
i titoli di solidarietà, che garantiranno agli investitori il
medesimo trattamento fiscale riservato ai titoli di Stato, con
l'applicazione dell'aliquota del 12,5%".
La Commissione Ue, ha aggiunto la numero due del dicastero di
via Veneto, quindi, viste le caratteristiche delle onlus
italiane, "ha constatato che le agevolazioni fiscali degli Enti
non si configurano come aiuti di Stato, poiché perseguono
attività di interesse generale con finalità di pubblica
utilità".
A esprimere "estrema soddisfazione" per le novità legislative è
stato il presidente del Consiglio nazionale del Notariato Giulio
Biino, giacché "in un mondo diviso non si può prescindere dalla
solidarietà sociale". E ha ricordato che i notai fin da subito
si sono posti "al fianco delle Istituzioni, per rendere
concretamente applicabile questa importante riforma". Analoga
disponibilità è stata manifestata dal Consiglio nazionale dei
commercialisti, perché le nuove norme fiscali, ha detto il
presidente Elbano de Nuccio, rappresentano "un passaggio
estremamente importante per il futuro del no profit".
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