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CRISTINA MANETTI, A PENELOPE CHE PRENDE LA VALIGIA (GIUNTI, pp. 176, euro 14). Ulisse resta a casa e Penelope parte con una valigia riempita di parole fondamentali per il suo cammino. Giocando un po' con il mito, Cristina Manetti immagina così il viaggio della figlia dodicenne, delle sue amiche e di tutte le ragazze adolescenti di oggi che saranno artefici del proprio destino.
Si parte da Coraggio è si arriva a Orgoglio nel romanzo epistolare 'A Penelope che prende la valigia' , pubblicato da Giunti per lettori dai 14 anni ma destinato a tutti. Un percorso in 21 parole che "se adoperate bene producono fatti, anzi, sono esse stesse fatti: sono ciò da cui discende il cambiamento" dice Manetti, giornalista, Capo di Gabinetto della Regione Toscana, Presidente del Museo Casa di Dante, ideatrice di Toscana delle donne, progetto trasversale della Regione Toscana contro la violenza e le discriminazioni di genere, per promuovere i diritti, i meriti, i talenti delle donne in modo innovativo e con linguaggi meno convenzionali.
Il passaggio di testimone che immagina l'autrice non è quello della corsa su pista "con solo un nastro da tagliare davanti" ma un tragitto circolare, quello del viaggio appunto "che comincia molto prima della partenza e non finisce mai, nemmeno quando si torna a casa". "Senz'altro è così per noi donne: da sempre alle prese con diritti che ci sono stati negati; per sempre, ne sono convinta, obbligate a difendere quei diritti che ci sono stati riconosciuti, o meglio, che ci siamo prese" spiega Mainetti.
Alla fine si crea "una marcia da proseguire assieme, a dispetto dell'età diversa. Perché poi è questo che ci insegna la valigia: che passato, presente e futuro si mescolano. Non so in che misura, è come una ricetta che si trasmette di generazione in generazione e non ha dosi consigliate, tanto si fa a occhio, riuscirà così".
Speranza, tenacia, gentilezza, rispetto, allegria, immaginazione, compassione, futuro, generosità, cambiamento sono tra le parole che la madre condivide con Penelope e le sue amiche Matilde, Stella, Emma, Sofia, raccontando anche le storie di donne eccezionali come Frida Khalo, ricordando autrici come J.K. Rowling, l'autrice di Harry Potter o Agatha Christie. La parola 'Attenzione' ci porta al racconto di come sono diventate amiche Ella Fitzgerald e Marilyn Monroe che si spese perché la cantante afroamericana dalla voce inimitabile potesse esibirsi negli anni Cinquanta al Mocambo, il prestigioso locale di Sunset Boulevard a West Hollywood che aveva sbarrato le porte a Ella.
Parità è ancora un traguardo da raggiungere. "Non te la posso infilare in valigia, Penelope. Il suo desiderio però sì. E che sia un desiderio costante, tenace, che non si esaurisce a poco poco come succede con certi desideri col trascorrere degli anni" dice Manetti. Ma è libertà la parola che sta più a cuore all'autrice e che in fondo le contiene tutte. "Non c'è un libretto delle istruzioni per essere madri, figlie o semplicemente donne. Però prima di tutto ci deve essere la possibilità di scegliere. E quante donne non hanno potuto scegliere, quante ancora non lo fanno? Libertà, questa è la parola che mi tengo stretta. Si porta con sé tutte le altre: eguaglianza, dignità, rispetto. Per conquistarla le donne hanno fatto un lungo viaggio, che di sicuro ha molta strada ancora da fare". afferma.
Queste lettere, "per le ragazze di oggi e per le donne di domani, perché si voltino un momento indietro, alla strada fatta, per poi andare avanti. Ancora più veloci" sono anche un'occasione per scoprire o riscoprire le storie di quante hanno combattuto per i diritti che sono di tutte. "Strada facendo ho compreso che ognuna di noi può davvero fare la differenza" afferma l'autrice del libro che cita anche Antoine De Saint-Exupéry, l'autore del Piccolo Principe: "Quando si arriva al futuro, il nostro compito non è di prevederlo, ma piuttosto di consentire che accada".
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