Italia, Paese di Santi, poeti e navigatori. Ma anche di musici e cantori. A raccontarlo sono Lorella Boccia e Marco Conidi, il frontman della band L'Orchestraccia, dal 9 marzo, ogni domenica alle 14, pronti a partire su e giù per l'Italia con Musica mia, il nuovo programma dedicato alla musica popolare di Rai2.
"Viaggiando con la band - racconta all'ANSA il cantautore romano - sono sempre rimasto affascinato da come la musica del popolo racconti un territorio, le sue usanze e la sua storia. E anche quanto sia, da una parte, uno strumento di conoscenza e approfondimento antropologico e, dall'altra, il legante di intere comunità". "Io, da brava napoletana - aggiunge Lorella Boccia - non ricordo una domenica a casa di nonna senza cantare la tammurriata. Non ne conoscevo il significato, non sapevo fosse stata scritta nel '44 allo sbarco degli alleati. Per me era la confusione 'bella' di tutta la famiglia riunita".
I due viaggiatori e conduttori gireranno l'Italia a bordo di un pulmino carico di strumenti musicali, in un viaggio, prosegue Conidi, "che ci porterà a scoprire in modo differente questo pezzo di terra stretto e corto e indivisibile, dove a volte ci sentiamo lontani, ma poi scopriamo che non c'è tanta differenza tra un saltarello e una taranta. È importante mostrarlo, soprattutto in questi tempi in cui qualcuno vorrebbe dividerci.
Invece l'Italia è veramente 'corta'. E bellissima tutta".
Senza contare, dice, "quanto il dialetto stia riconquistando la scena. Penso alle canzoni degli ultimi Festival di Sanremo o ai nuovi rapper, che scrivono spesso in dialetto, un po' come con lo slang in America. È il linguaggio del popolo che regala una capacità di sintesi che a volte la lingua nazionale diluisce troppo".
In tutto saranno dunque sedici puntate, con la regia di Marta Saviane. Prima tappa a Roma, "Tanto pe' cantà", sulle tracce delle radici dello stornello romano. Ma ci sarà anche l'oggi, con gli Ardecore, band rock agli argini del Tevere, e poi il Piotta, la cantautrice Giulia Anania e il suo ritratto di Gabriella Ferri, fino allo storico locale dal quale negli anni Novanta sono emersi i maggiori cantautori della nuova scuola romana: Daniele Silvestri, Max Gazzè, Niccolò Fabi. Si prosegue, poi, nella seconda puntata, con Napoli, tra casa di Edoardo Bennato e una chiacchierata quasi intima tra Lorella Boccia e Marisa Laurito sul palco del Teatro Trianon.
Ad arricchire ogni puntata ci saranno Ambrogio Sparagna, con il suo racconto (e le note), regione per regione, della storia della musica popolare italiana; ed Edoardo Sylos Labini con un brano rappresentativo del territorio. "Cosa abbiamo scoperto? È un po' che giro l'Italia ormai - risponde Boccia, reduce anche dall'esperienza di Camper in viaggio per Rai1 - Ho capito che siamo pieni di bellezze che non sempre ci godiamo appieno".
"Io ho avuto la riprova che in fondo la musica popolare in Italia è un po' come la cucina: aggregante, innanzitutto. Ogni ospite aggiunge un suo ingrediente. Ma la stessa canzone suonata a cento chilometri di distanza prende sonorità diverse, tipiche di quel posto, dalla Sicilia che risente delle atmosfere arabe ai toni celtici e germanici del nord. Per non parlare delle città di mare, dove le influenze si moltiplicano. Per scoprire però che i temi che il popolo canta sono sempre gli stessi: l'amore o la ribellione ai soprusi dei potenti. Belli e Sciascia, in tempi e modi diversi, alla fine dicevano le stesse cose. Così come i versi d'amore di Oavese non sono così distanti da quelli di Trilussa".
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