(di Ezio De Domenico)
ANTONINO DE MASI, con PIETRO
COMITO Inferi - La storia vera di un sopravvissuto alla
'ndrangheta (Compagnia editoriale Aliberti, pagg. 334, euro
19,90)
Un "sopravvissuto alla 'ndrangheta". É così che l'imprenditore
calabrese Nino De Masi si definisce nel sottotitolo del volume
che ha scritto, insieme al giornalista Pietro Comito, già
insignito dei premi "Paolo Borsellino" e "Agenda Rossa", e
pubblicato dalla "Compagnia editoriale Aliberti", per raccontare
la sua storia di coraggio e resistenza contro la criminalità
organizzata calabrese. E "sopravvissuto" è un termine adeguato
se si pensa alle minacce che De Masi ha subito e che dal 2013 lo
costringono a vivere sotto la scorta delle forze dell'ordine.
Minacce rivoltegli dalla cosca Crea di Rizziconi, lo stesso
centro della provincia di Reggio Calabria in cui De Masi risiede
e svolge la sua attività imprenditoriale, che si sono
concretizzate in passato con un attentato messo in atto a colpi
di kalashnikov.
Un racconto che rappresenta una prova di coraggio trasformatasi
in una "discesa degli inferi": i suoi stabilimenti presidiati
dall'Esercito, la sua incolumità e quella dei suoi familiari
protette da carabinieri, poliziotti e finanzieri. Nino De Masi
racconta, com'é scritto nella controcopertina del libro, "la sua
struggente vicenda umana, la sua vita sospesa, i suoi laceranti
conflitti interiori e l'amore viscerale che nutre per la sua
terra e per il suo popolo".
Il volume contiene una prefazione di Antonio Nicaso, tra i
maggiori esperti del fenomeno mafioso, secondo il quale il libro
di De Masi racconta "una storia scritta con il tratto del grande
narratore, capace di penetrare nel cuore di una vicenda umana
tanto intensa quanto drammatica".
Nel libro c'é anche un contributo di don Luigi Ciotti, fondatore
e presidente nazionale di Libera, che definisce Antonino De Masi
"un imprenditore onesto che ha scelto di opporsi alle richieste
mafiose per non sporcare il nome della sua azienda e non tradire
un territorio già fortemente compromesso a causa dell'ingordigia
dei clan. Quella di De Masi - scrive ancora don Ciotti - é anche
una storia di onestà intellettuale e morale. E di fedeltà al
Vangelo e alla Costituzione, nel loro invito concorde a mettere
sempre il bene comune davanti al tornaconto personale".
De Masi, tra l'altro, ha subito sulla sua pelle non soltanto le
minacce della 'ndrangheta ma anche le conseguenze e gli
ostruzionismi del sistema creditizio. É proprio grazie al suo
impegno e alle sue battaglie, infatti, che fu emessa la prima
storica sentenza contro l'usura bancaria.
La storia di Antonino De Masi si caratterizza anche per il fatto
che al suo interno vengono ribaltati molti luoghi comuni sulla
Calabria e sui calabresi, che nel suo racconto non sono più
dimessi, complici, proni alla 'ndrangheta e quindi sconfitti, ma
espressione di riscatto e di difesa della libertà e della
dignità ad oltranza, trasformandosi così in custodi di valori e
di rinnovata speranza.
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