Sono stati accolti con entusiasmo e
fiducia dai detenuti di Rebibbia Edoardo Albinati e Stefano
Fresi, giunti il 6 marzo nel carcere romano per il primo
appuntamento di Libri Liberi, la rassegna che porta dentro i
penitenziari italiani i grandi classici della letteratura
attraverso il coinvolgimento di scrittori e scrittrici insieme
ad attori e attrici.
In questa prima tappa (12 in totale, fino a dicembre)
dell'iniziativa, promossa dalla Fondazione De Sanctis con il
patrocinio del ministero della Giustizia - Dipartimento
dell'Amministrazione Penitenziaria e Dipartimento per la
giustizia minorile e di comunità - e in collaborazione con il
Centro per il libro e la lettura del ministero della Cultura,
Albinati e Fresi hanno raccontato e letto ai detenuti alcuni dei
passi più significativi dell'Odissea: l'incontro con Polifemo e
con le Sirene, la vendetta sui pretendenti di Penelope e
l'abbraccio tra Ulisse e la moglie. Fresi ha ricordato il suo
film Smetto quando voglio, in cui l'episodio di fuga era
ambientato proprio a Rebibbia: "l'iniziativa è importante per
ribadire che il carcere non allontana dalla società ma promuove
il reinserimento". Albinati ha invece sottolineato che
"l'Odissea, con il suo schema classico dell'avventura, è una
metafora della detenzione".
Presente all'incontro, oltre a Teresa Mascolo, direttrice
della Casa Circondariale di Rebibbia, anche Andrea Ostellari,
sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia che ha
dichiarato: "Penso alla figura di Penelope che rappresenta la
speranza e assieme la perseveranza. Due sentimenti centrali per
chi è in carcere. Quello che porta alla libertà è un percorso
difficile e capita che si cada o ricada in qualcosa di
sbagliato. Bisogna perseverare e non perdere mai la speranza di
un futuro migliore. Il governo fa e continuerà a fare la sua
parte. Sappiamo che il 98% di chi impara a fare qualcosa in
carcere poi una volta uscito non delinque più. Dobbiamo
investire in questo e sul personale da incrementare. Importanti
anche le strutture esterne previste dal decreto ministeriale di
prossima pubblicazione. Aiuteranno i detenuti che seppur hanno
completato il percorso di pena non possono uscire dal carcere
per mancanza di un idoneo domicilio".
Toccanti i commenti dei detenuti intervenuti. "Siamo pezzi di
carta, non siamo accolti come Ulisse, ci portiamo sempre dietro
il pregiudizio e viviamo la nostra Odissea", ha detto uno di
loro. Un altro più giovane ha invece ringraziato lo scrittore e
l'attore: "Ognuno di noi ha fatto una scelta, non ci nascondiamo
dietro a un dito e vi siamo grati per questo momento che ci
avete dedicato". E ancora: "Sono in carcere da vent'anni, la
cultura mi ha dato la forza e come Ulisse che sperava che la
moglie lo aspettasse, anche noi non dobbiamo perdere la
speranza", ha aggiunto un uomo più maturo.
La rassegna proseguirà il 12 marzo nel carcere di
Secondigliano con lo scrittore Maurizio De Giovanni e l'attore
Fabrizio Bentivoglio che leggeranno e racconteranno ai detenuti
Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez.
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