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Libri Liberi al via, i classici dentro le carceri

Libri Liberi al via, i classici dentro le carceri

I detenuti con Fresi e Albinati, 'grazie, noi speriamo ancora'

ROMA, 07 marzo 2025, 19:35

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sono stati accolti con entusiasmo e fiducia dai detenuti di Rebibbia Edoardo Albinati e Stefano Fresi, giunti il 6 marzo nel carcere romano per il primo appuntamento di Libri Liberi, la rassegna che porta dentro i penitenziari italiani i grandi classici della letteratura attraverso il coinvolgimento di scrittori e scrittrici insieme ad attori e attrici.
    In questa prima tappa (12 in totale, fino a dicembre) dell'iniziativa, promossa dalla Fondazione De Sanctis con il patrocinio del ministero della Giustizia - Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità - e in collaborazione con il Centro per il libro e la lettura del ministero della Cultura, Albinati e Fresi hanno raccontato e letto ai detenuti alcuni dei passi più significativi dell'Odissea: l'incontro con Polifemo e con le Sirene, la vendetta sui pretendenti di Penelope e l'abbraccio tra Ulisse e la moglie. Fresi ha ricordato il suo film Smetto quando voglio, in cui l'episodio di fuga era ambientato proprio a Rebibbia: "l'iniziativa è importante per ribadire che il carcere non allontana dalla società ma promuove il reinserimento". Albinati ha invece sottolineato che "l'Odissea, con il suo schema classico dell'avventura, è una metafora della detenzione".
    Presente all'incontro, oltre a Teresa Mascolo, direttrice della Casa Circondariale di Rebibbia, anche Andrea Ostellari, sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia che ha dichiarato: "Penso alla figura di Penelope che rappresenta la speranza e assieme la perseveranza. Due sentimenti centrali per chi è in carcere. Quello che porta alla libertà è un percorso difficile e capita che si cada o ricada in qualcosa di sbagliato. Bisogna perseverare e non perdere mai la speranza di un futuro migliore. Il governo fa e continuerà a fare la sua parte. Sappiamo che il 98% di chi impara a fare qualcosa in carcere poi una volta uscito non delinque più. Dobbiamo investire in questo e sul personale da incrementare. Importanti anche le strutture esterne previste dal decreto ministeriale di prossima pubblicazione. Aiuteranno i detenuti che seppur hanno completato il percorso di pena non possono uscire dal carcere per mancanza di un idoneo domicilio".
    Toccanti i commenti dei detenuti intervenuti. "Siamo pezzi di carta, non siamo accolti come Ulisse, ci portiamo sempre dietro il pregiudizio e viviamo la nostra Odissea", ha detto uno di loro. Un altro più giovane ha invece ringraziato lo scrittore e l'attore: "Ognuno di noi ha fatto una scelta, non ci nascondiamo dietro a un dito e vi siamo grati per questo momento che ci avete dedicato". E ancora: "Sono in carcere da vent'anni, la cultura mi ha dato la forza e come Ulisse che sperava che la moglie lo aspettasse, anche noi non dobbiamo perdere la speranza", ha aggiunto un uomo più maturo.
    La rassegna proseguirà il 12 marzo nel carcere di Secondigliano con lo scrittore Maurizio De Giovanni e l'attore Fabrizio Bentivoglio che leggeranno e racconteranno ai detenuti Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez.
   

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