(di Francesco Gallo)
Passa al Bif&st 'Fratelli di culla'
di Alessandro Piva nella sezione Per il cinema italiano in
concorso. Il documentario racconta le storie toccanti dei
piccoli ospiti cresciuti nell'ex brefotrofio di Bari, accuditi
da un universo femminile solidale: balie, suore, cuoche,
bambinaie, educatrici, assistenti sociali.
I filmati d'archivio documentano le strutture in piena
attività e il cambiamento del ruolo femminile dagli anni '60 a
oggi. Le molte interviste inseguono il filo di un passato che
vive nei ricordi vivissimi delle operatrici e nelle indagini
talvolta disperate degli ex ospiti, tuttora impegnati ad
aggirare leggi e procedure - considerate da molti ormai
inattuali - nell'intento di rintracciare le proprie radici e
ricostruire la loro vera identità.
Il film racconta il sistema ben collaudato dei brefotrofi in
un'epoca in cui la società spingeva le famiglie a nascondere
gravidanze fuori dal matrimonio. Ma esplora anche il presente,
in cui gli ex bambini combattono contro ostacoli burocratici per
ricostruire la loro storia. A questo si intreccia il racconto
sull'evoluzione della condizione femminile.
"Attraverso repertori d'epoca e testimonianze, il film - dice
Alessandro Piva - si inserisce nel mio percorso documentaristico
sulla società italiana del dopoguerra, fissando la memoria di
un'epoca fondamentale. Un filo comune lega questi racconti: il
cortocircuito tra infanzia e anzianità, tra il passato da
custodire e la necessità di comprenderlo".
E ancora il regista: "Se dovessi raccontare in una sola
immagine il motivo per cui ho girato questo film, è il fatto che
molte persone hanno scoperto di essere state adottate solo da
adulte. Proprio per questo i titoli finali propongono anche la
ricostruzione delle voci di altre, tra queste persone, che
continuano disperatamente a fare appelli - oggi sfruttando i
mezzi più moderni dei social - per cercare di capire da dove
vengono, quali sono le loro origini biologiche. Considero questo
documentario - conclude Piva -, oltre che un modo per riflettere
ed emozionarsi su temi importanti della nostra storia recente,
un vero e proprio strumento: per gli studiosi, per la memoria e
per la nostra coscienza civile".
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