"Ho imparato da Tarantino, quando
l'ho incontrato, che un regista deve essere uno spettatore
coinvolto in quello che ha fatto. Lui dice che se gli capita di
rivedere un suo film, anche a casa in tv, si ferma sempre a
guardarlo e si diverte. Anche per me è così". Lo ha detto il
regista Gabriele Mainetti che domani sarà a Torino in quattro
cinema - Uci Torino Lingotto, Massaua Cityplex, Nazionale e
Ideal Cityplex - per incontrare il pubblico del suo nuovo film
'La città proibita' (in sala anche al Movieplanet Lux e al The
Space Parco Dora).
"Il mio rapporto con Torino? La verità è che non la conosco
benissimo, sono venuto a presentare i miei film e una volta al
Torino Film Festival. Sono sempre stato bene accolto. E' una
città che mi incuriosisce, ho una storia che mi gira in testa da
molto tempo e, non so perché, sento che andrebbe girata a
Torino", dice Mainetti.
Il regista che confessa di essere "sempre stato un fan di
Bruce Lee", parla anche della protagonista del film, la cinese
Liu Yaxi: "lei vorrebbe fare l'attrice in Cina e mi piacerebbe
che questo film l'aiutasse. Il film affronta temi che il governo
di Pechino potrebbe ritenere scomodi, ma in Cina lei
diventerebbe una sorta di mito. Spero di non vederla coinvolta
in qualche mediocre commedia italiana in cui farla combattere
per strappare qualche risata. Mi auguro che un grande regista si
innamori della sua sensibilità e della sua bravura, sarebbe
ancora più bello se accadesse nel suo Paese".
"Che generi vorrei sperimentare? Ce ne sono tanti:
dall'horror alla fantascienza al western, ci sono il dramma
estremo e il giallo estremo.. Penso che un film non debba essere
rievocativo, deve raccontare l'oggi. Non serve un'operazione
nostalgica" sottolinea Mainetti.
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