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8 marzo, a rischio la Fearless Girl a Wall Street

8 marzo, a rischio la Fearless Girl a Wall Street

Statua della ragazzina impavida installata di fronte alla Borsa

NEW YORK, 07 marzo 2025, 15:45

Redazione ANSA

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(di Alessandra Baldini) La stretta dell'amministrazione Trump su donne e minoranze minaccia Fearless Girl, la statua di bronzo che otto anni fa una società di consulenza finanziaria, State Street Global Advisors, aveva commissionato a un'artista donna per celebrare l'8 marzo e rappresentare la contrapposizione femminile all'universo di valori maschili predominanti a Wall Street.
    Inizialmente collocata di fronte al Charging Bull (il toro simbolo del capitalismo), la 'ragazzina impavida' era stata successivamente spostata di fronte alla Borsa di New York: ora rischia la rimozione perché State Street, la società sponsor a cui spettano le richieste periodiche al comune per il permesso di installazione su suolo pubblico, si è piegata, alla pari di altre aziende private ed enti pubblici, al giro di vite anti Dei (diversity equity and inclusion) ordinato dal presidente Donald Trump nella sua crociata anti 'woke'.
    Erano mesi in cui il movimento #MeToo era al suo apice, l'eco della Marcia delle donne su Washington di gennaio ancora forte.
    La scultura di Kristen Visbal, installata l'8 marzo 2017 in celebrazione della Giornata Internazionale della Donna, fu immediatamente abbracciata come simbolo dell'empowerment femminile. La 'ragazzina impavida' era originariamente accompagnata da una targa che reclamizzava un fondo di investimento - il Gender Diversity Index SHE - dedicato ad aziende gestite da donne. Ora però State Street sta facendo marcia indietro. Nelle linee guida dei consigli agli investitori pubblicate la scorsa settimana sono sparite quelle che invitavano a collocare capitali in aziende quotate in borsa che hanno almeno il 30 per cento delle donne nel board e almeno un esponente di una minoranza etnica. "Spetta alle società decidere le migliori composizioni dei loro consigli di amministrazioni", è il nuovo messaggio in linea con quanto adottato da colossi come Amazon e Meta che hanno fatto marcia indietro sulle iniziative Dei: "Rivediamo le nostre linee guida ogni anno per allinearci con i protocolli globali e le leggi locali", ha detto un portavoce. Il giro di vite investe a vasto spettro l'intero settore delle arti: varie organizzazioni artistiche hanno fatto causa al National Endowment for the Arts (NEA) per aver sposato l'ordine esecutivo di Trump che vieta l'uso di fondi federali per la promosione della "ideologia di genere". I gruppi che avevano chiesto fondi per progetti artistici dedicati o creati da persone trans o non-binary affermano nell'azione legale di essere stati discriminati in violazione della Costituzione.
   
   

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