Sabrina Minardi, una delle figure più discusse delle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, è morta a 65 anni in provincia di Bologna. Fu lei, con le sue dichiarazioni, a riportare in primo piano la Banda della Magliana nell'ambito della ricerca della verità sulla scomparsa della giovane cittadina vaticana, avvenuta nel giugno del 1983.
Minardi, secondo quanto hanno confermato fonti investigative, sarebbe morta nella giornata di venerdì nella comunità in cui era ricoverata in un paese alle porte di Bologna. A dare la notizia della morte sui social è stata invece la giornalista Raffaella Notariale, che assieme alla donna aveva pubblicato un libro sul caso Orlandi. Sabrina, scrive la cronista su Facebook, "si è spenta dopo essere stata dal parrucchiere, si era fatta bionda e bella perché aspettava i suoi affetti più grandi - ha aggiunto - È morta nel sonno". Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela che scrisse la prefazione del libro, sulle sue pagine ha ripubblicato il post della giornalista.
La prima inchiesta su Emanuela Orlandi era stata chiusa nel 1997, ma a giugno del 2008 proprio le dichiarazioni di Minardi, già moglie del calciatore Bruno Giordano e compagna di Enrico De Pedis (il boss noto come 'Renatino') avevano riportato prepotentemente alla ribalta il presunto ruolo della più famosa organizzazione criminale della Roma degli anni '70 e '80. Fu lei la prima a fornire una sua ricostruzione degli eventi successivi al rapimento di Emanuela, portando gli inquirenti anche a scoprire un luogo di 'prigionia' a Monteverde Vecchio, non lontano dall'ospedale San Camillo.
L'ex amante del boss, che sulle cronache divenne subito 'la supertestimone', aveva raccontato di aver visto Emanuela nella zona del laghetto dell'Eur poche ore dopo il sequestro e nel suo racconto sostenne pure di aver guidato un'auto con a fianco De Pedis mentre in un'altra macchina che seguiva c'era Emanuela. Le due auto avrebbero raggiunto Torvajanica, sul litorale romano, dove la ragazzina sarebbe stata affidata a un'altra donna.
Minardi aveva spiegato inoltre che, dopo alcuni mesi, Emanuela sarebbe stata consegnata a un sacerdote dopo essere stata prelevata dalla stessa Minardi in un bar nella zona del Gianicolo, dove la Orlandi sarebbe giunta accompagnata da un'altra persona. Secondo Minardi l'ex presidente dello Ior, il cardinale Paul Marcinkus, avrebbe incontrato Emanuela nei giorni successivi alla sua sparizione. E' sempre della donna il racconto secondo cui il cadavere di Orlandi sarebbe stato gettato in una betoniera, sempre a Torvajanica, nel novembre del 1983.
Dichiarazioni che però non avevano convinto completamente gli inquirenti romani, tanto da non essere ritenute attendibili. "A me, scrive ancora la giornalista Notariale - dispiace umanamente e professionalmente. Non uno, ma mille gli spunti che ha offerto e che i più non hanno voluto cogliere. Non ultima la Commissione d'inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi... Cosa aspettavate, vossignori?". La stessa commissione, solo un mese fa, aveva invece ascoltato monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant'Apollinare a Roma dove il boss De Pedis era stato sepolto. Secondo l'anziano sacerdote, senza mezzi termini, Minardi era "un'imbrogliona", pur non avendola mai conosciuta personalmente. Nel 2010 la donna era stata arrestata per un cumulo di cinque condanne passate in giudicato per reati di varia natura, comunque non legati al caso Orlandi: trascorse sei mesi in una comunità di recupero.
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