Per riconoscere e supportare il
ruolo dei caregiver famigliari, particolarmente difficile
quando l'assistito è una persona con decadimento cognitivo,
l'Istituto Centro San Giovanni di Dio- Fatebenefratelli, in
collaborazione con i punti di comunità di Brescia e il Comune di
Montichiari, propone a maggio un mese di eventi, incontri di
sensibilizzazione, laboratori esperienziali e corsi formativi,
tutti a libero accesso.
In Italia questi assistenti informali - ricorda l'ente
ospedaliero - da cui dipende il benessere della persona fragile
e il nostro sistema di welfare sono 12,7 milioni (dato 2018),
tra i 18 e i 64 anni, pari cioè al 34,6% della popolazione:
accudiscono figli minori di 15 anni o parenti malati, disabili,
anziani, persone fragili spesso affette da una malattia cronica
debilitante, come la malattia di Alzheimer. Tra gli occupati,
quasi il 40% dei 18-64enni svolge queste attività. Sono
soprattutto donne, tra 45 e 55 anni, e spesso svolgono anche un
lavoro fuori casa; nel 60% dei casi sono costretti a lasciarlo.
Non hanno alcuna tutela di legge.
Si definiscono "caregiver informali" - viene sottolineato _
perché non percepiscono alcun compenso e si fanno carico delle
necessità fisiche, psichiche e assistenziali, mettendo a
disposizione il loro tempo e le loro energie. Ma - questo il
tema dei Fatebenefratelli - chi si prende cura dei bisogni dei
caregiver, da quelli informativi-educativi a quelli
finanziari-lavorativi, a quelli emotivo-affettivi? Chi evita
loro il burnout?.
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