Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
In collaborazione con Università di Bari
Protesi praticamente identiche agli
arti anche nella sensibilità della pelle, capaci di riprodurre
la sensazione del tatto, del calore e del freddo grazie a
sensori bionici. Sensori che potrebbero essere utilizzati anche
per creare guanti ultrasensibili da usare nelle applicazioni
chirurgiche. Potrebbero presto diventare realtà grazie a una
ricerca scientifica in corso al dipartimento interateneo di
Fisica dell'Università degli studi Aldo Moro e del Politecnico
di Bari. Uno studio portato avanti da un 'cervello di ritorno',
Anna Maria Coclite, ricercatrice che dopo aver lavorato al Mit
di Boston e alla Graz University of Technology, in Austria, ha
deciso di tornare in Puglia.
Le neuroprotesi, spiega una nota, sono ormai realtà e il
futuro è fatto di protesi 'comandabili' direttamente col
pensiero. Quello che ancora manca a chi ha una protesi è avere
le sensazioni tattili della pelle. Da questa necessità è partita
la ricerca della professoressa Coclite, iniziata in Austria e
che sta proseguendo al Dipartimento di Fisica dell'Università di
Bari.
Nel 2016, infatti, Coclite ha vinto l'Erc Starting grant per
il progetto 'Smart Core-shell sensor arrays for artificial
skins' (Smart Core), che ha finanziato per 1,5 milioni di euro
le sue ricerche su sensori che allo stesso tempo possono
rivelare cambi in umidità, temperatura e pressione con una
risoluzione più elevata della pelle umana. Tutto ciò è stato
possibile grazie a una nuova geometria dei sensori: invece di
essere fatti da strati multipli, i sensori di smart core sono
verticali ed estremamente piccoli.
Come Coclite, diversi altri ex 'cervelli in fuga' sono stati
attratti dallo stesso Dipartimento di Fisica di Bari in questi
anni: 3 ricercatori sono stati assunti dall'Università con i
fondi del Pnrr e sono così tornati in Italia da Spagna, Francia
e Polonia e altri due professori sono rientrati da Uk e Usa
grazie a fondi ordinari.
Nel 2023 la ricerca sulla protesi hi-tech ha fatto un
ulteriore passo in avanti: ha vinto l'Erc Proof of Concept da
150mila euro, grazie al quale i ricercatori stanno testando la
possibile commercializzazione dei sensori sviluppati con smart
core.
In collaborazione con Università di Bari
Ultima ora