Nel Museo archeologico nazionale MArTA di Taranto risplende il mito di Penelope, celebrata nella mostra internazionale a cura di Alessandra Sarchi e Claudio Franzoni, e realizzata da Electa. In esposizione, da oggi al 6 luglio, ci sono 50 opere provenienti da musei e fondazioni italiane ed estere. Pittura, archeologia, scultura, cinema, incisioni, arte a tutto tondo che colloquierà con circa 40 reperti archeologici del MArTA, alcuni provenienti dai depositi, e per la prima volta in esposizione pubblica.
La mostra si articola in quattro sezioni, dedicate a contesti iconici che, ispirati dalle vicende omeriche e dalle successive tradizioni letterarie, contribuiscono a caratterizzare la figura di Penelope nell'arte e a testimoniare la sua fortuna imperitura: il telaio e la tela; il gesto e la postura; il mondo del sogno; il velo e il pudore.
"La data dell'8 marzo, giornata internazionale della donna, non è casuale. Il Museo archeologico nazionale di Taranto - ha sottolineato la direttrice Stella Falzone - vuole incarnare l'impegno del mondo della cultura nelle sfide del contemporaneo e andare oltre l'innegabile rilevanza scientifica delle opere esposte, affermando una lettura di genere valida anche nel presente".
"Penelope - ha evidenziato la curatrice Alessandra Sarchi - ha modellato e sfidato l'ideale femminile per almeno tremila anni e continua a farlo anche oggi. È la sposa fedele ma anche l'abile tessitrice di inganni, è la regina che non esce mai dalle sue stanze ma anche colei che da sola governa l'isola per vent'anni. È una sognatrice ma anche la moglie che mette alla prova il marito".
Per il curatore Claudio Franzoni, "la storia di Penelope continua ad affascinarci perché racconta situazioni e stati d'animo che parlano anche di noi, la solitudine, il dolore, la delusione, la speranza, l'amore".
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