"L'8 Marzo non è un giorno
come gli altri per chi lotta per contrastare la violenza di
genere e costruire una società senza disuguaglianze,
discriminazione e prevaricazione. In questa giornata - che ogni
anno sottraiamo al teatrino della ricorrenza per riassegnarle un
significato di lotta e ribellione - incrociamo le braccia per
dire che senza di noi si ferma il mondo". In Alessandria, come
in altre piazze d'Italia, Non una di Meno è scesa in piazza per
far sentire la propria voce e farne quella delle tante, troppe
che ancora non ce l'hanno. Amiche, madri, sorelle, "che soffrono
per mano del sistema violento e patriarcale in cui viviamo".
Inevitabile un riferimento al via libera del Consiglio dei
Ministri, ieri, al disegno di legge sul femminicidio come
autonoma fattispecie di reato. "La nostra posizione - spiega
Marta Pampuro - è chiara: bene per il riconoscimento legislativo
e politico, ma per noi il tema fondamentale è che gli interventi
devono essere di prevenzione. Significa, per esempio, educazione
affettiva nelle scuole, cultura, finanziamenti ai consultori e
ai centri antiviolenza. Fino a quando ci limitiamo a punire gli
uomini e a non agire sul piano culturale e sociale, non ci sarà
cambiamento. I responsabili saranno puniti, ma non per questo
non ci saranno più femminicidi", conclude Marta Pampuro.
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