"In merito ai rilievi dei sistemi di
sicurezza della centrale nucleare di Krsko che hanno comportato
il blocco dell'impianto sloveno, Regione e Agenzia regionale
protezione ambiente (Arpa Fvg) sono state immediatamente
informate secondo i protocolli di sicurezza. Il 5 ottobre i
sistemi di sicurezza nella centrale di Krsko hanno segnalato una
piccola perdita di liquido refrigerante nel circuito interno. I
tecnici della centrale hanno quindi dato avvio alle procedure
precauzionali di spegnimento. Arpa Fvg è stata contattata
dall'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare che era
stato informato dalle autorità slovene. Dal 6 ottobre al 9
ottobre il Centro Regionale radioprotezione di Arpa Fvg ha
intensificato i controlli sulla radioattività in aria non
rilevando alcuna
anomalia".
Lo riferisce l'assessore regionale alla Difesa dell'ambiente,
Fabio Scoccimarro.
Scoccimarro ha riferito anche che Arpa ha monitorato anche
"il particolato atmosferico e ha iniziato a valutare le
traiettorie delle masse d'aria provenienti dal sito della
centrale con modellistica numerica per interpretazione dei
risultati. Questo monitoraggio intensivo si
è concluso il 9 ottobre dopo il completamento delle operazioni
di messa in sicurezza all'interno della centrale".
I tecnici della centrale hanno comunicato che l'acqua
fuoriuscita è comunque sempre rimasta all'interno dell'edificio
della centrale e non è mai stato esposto all'ambiente esterno.
Dunque, "nulla di anomalo sia dalla strumentazione in
continuo sia dalle più sensibili misure in spettrometria gamma",
ha precisato Scoccimarro, esprimendo "perplessità, per non dire
contrarietà, all'ipotesi del raddoppio della centrale di
Krsko2". Puntare sul "nucleare a fissione, a Krsko, in una zona
a medio alto rischio sismico, ritengo non sia più concepibile
nel terzo millennio".
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