L'Italia ha bisogno di un cambio di
paradigma su innovazione e giovani per tornare competitiva a
livello internazionale. È uno dei messaggi lanciati da Open
Dialogues for the Future 2025, la due giorni di confronti e
riflessioni sugli scenari geopolitici ed economici globali
organizzata dalla Camera di Commercio Pordenone-Udine con
Fondazione Ambrosetti e la direzione di Federico Rampini.
Nell'ultima giornata del forum, conclusosi ieri a Udine, Alec
Ross (Bologna Business School) ha evidenziato che "i fondatori
delle big tech americane erano giovanissimi e in Italia non
sarebbero stati ascoltati", criticando anche il divario tra
accademia e mercato. Elena Alberti (Penske Automotive Italy) ha
raccontato che "negli Usa, a 22 anni, sono stata ascoltata. In
Italia i giovani trovano solo ostacoli". Federico Rampini ha
ricordato in chiusura che "lo youth empowerment è fondamentale
per l'innovazione".
Nel corso della due giorni si è svolto un articolato
dibattitto a più voci. Dal presidente della Cciaa, Giovanni Da
Pozzo, è stato ribadito il ruolo strategico del Friuli Venezia
Giulia nelle relazioni internazionali. Michelangelo Agrusti,
presidente di Confindustria Alto Adriatico, ha espresso
preoccupazione per l'incertezza economica. La docente Sylvie
Goulard e l'esperta Nathalie Tocci hanno messo in guardia sul
rischio "di una crescente ostilità americana". Andrea Prete,
presidente di Unioncamere) ha rimarcato che "l'Europa deve
superare vecchi principi ideologici e concentrarsi sulla
crescita economica".
Secondo il presidente della Regione Fvg, Massimiliano
Fedriga,. "l'Europa deve costruire un'autonomia strategica,
soprattutto energetica. Il porto di Trieste è centrale per lo
sviluppo. Le regole UE sull'Intelligenza Artificiale rischiano
di frenare l'innovazione".
Matteo Zoppas. presidente dell'Ice, ha invitato
all'ottimismo. "L'export italiano è cresciuto del 30% dal 2019",
ha dichiarato, mentre Brunello Rosa della London School of
Economics ha sollecitato: "Serve una valuta digitale europea per
l'indipendenza economica". Camilla Benedetti, vicepresidente del
gigante dell'acciaio Danieli ha affermato che "i dazi non sono
una minaccia per le imprese competitive che puntano su qualità,
servizio e innovazione".
Benedetta Berti dell'Ufficio del Segretario Generale della
Nato ha sottolineato che "l'America deve concentrarsi sull'asse
indo-pacifico per la minaccia cinese. Serve un maggiore impegno
europeo nella difesa". La terza edizione si è chiusa con il
saluto di Giovanni Da Pozzo, che ha annunciato: "Nel 2026
torneremo con collaborazioni ancora più ampie".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA