Nell'area strategica dei Balcani
occidentali, l'Italia, per ritagliarsi uno spazio significativo
dal punto di vista economico e imprenditoriale, deve fare sempre
più rete e agire come sistema Paese, evitando di farsi
schiacciare da competitor che stanno diventando sistemici, come
Russia e Cina. E le imprese italiane e del Fvg che puntano a
quest'area devono essere supportate soprattutto in termini di
sicurezza del business e degli investimenti, anche alla luce dei
profondi mutamenti geopolitici in atto. È il messaggio lanciato
durante un incontro rivolto in particolare agli imprenditori del
Nordest, svoltosi a Udine nella Camera di commercio
Pordenone-Udine, organizzato dal Club Atlantico del Triveneto,
per approfondire l'impatto delle nuove dinamiche geopolitiche
sui Balcani.
Relatori sono stati Marco Ferruzzi Balbi, presidente del Club
Atlantico Triveneto, Fabrizio Luciolli, presidente del Comitato
Atlantico Italiano e consulente senior del ministero della
Difesa, e Arduino Paniccia, presidente della Scuola di guerra
economica e competizione internazionale di Venezia.
"I Balcani sono un crocevia dove arrivano instabilità
provenienti da diverse direttrici, alimentate da forti interessi
di rivali sistemici come Russia e Cina - ha esordito Luciolli -
e di recente anche la Turchia, che non rispettando le regole
dell'Ue per i diritti dei lavoratori, le libertà civili e
democratiche riescono a trarre vantaggi economici stringendo
alleanze con alcuni leader locali, come è avvenuto in Serbia, o
come avverrà probabilmente nel Nord Macedonia il 24 maggio, e
questo rischia anche di rallentare o far regredire quel processo
di integrazione europea di quegli stessi Paesi". L'Italia,
secondo Luciolli, "è al centro di questa dinamica e ha un
interesse importante affinché i Balcani occidentali siano
stabili". Anche l'Ue, ha detto l'esperto, "ha riacceso la sua
attenzione verso l'area ed è stata di recente sia a Skopje, sia
a Sarajevo, per rilanciare la prospettiva di una candidatura
all'adesione di questi Paesi e creare un mercato regionale che
possa poi integrarsi con quello europeo". Un processo finanziato
con fondi ingenti, ha rimarcato, perché si parla di 6 miliardi
da erogare globalmente, di cui 2 miliardi disponibili
nell'immediato.
È stato poi Ferruzzi Balbi, a illustrare gli obiettivi
dell'associazione non profit, il primo dei quali è supportare le
imprese sul piano della sicurezza. "Se voglio aprire uno
stabilimento a Belgrado devo fare un piano per la sicurezza
secondo i nostri standard - ha spiegato - e parlo di safety, ma
anche di cybersecurity per i dati e di garanzie per il business.
Noi possiamo fare per l'impresa un documento di valutazione
rischio Paese da persone esperte in loco e questo è un grande
vantaggio".
Arduino Paniccia ha sottolineato che "per l'area balcanica
serve una nuova strategia, prima di tutto europea. L'Ue e la
Nato restano dei pilastri difensivi, ma per poter contrastare
l'avanzata economica della componente filorussa e filocinese,
dobbiamo noi stessi creare, partendo dal ruolo centrale di
Udine, del Fvg e del Nordest, una strategia che parta dalle
sinergie concrete tra imprenditori. Per affrontare una guerra
economica che continuerà senza esclusione di colpi, dobbiamo
riscoprire però alcune parole chiave: razionalità, alleanze,
Realpolitik, assetto strategico".
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