Da un lato le disparità su lavoro e
salario con il 44% delle lavoratrici del privato che sono
part-time, lo stipendio medio più basso di circa il 30% rispetto
agli uomini e pensioni che nel 68,8% non superano i 750 euro;
dall'altro l'escalation di femminicidi (10 nel 2024 nelle
Marche) e molestie non per cui la regione si pone al quinto
posto in Italia per contesti non lavorativi (7,4% rispetto al
6,4%). Un doppio fronte che preoccupa nelle Marche con Cgil e
Spi che evidenziano dati sul "mix" di timori per la condizione
della donna tra lavoro e molestie. Di questo si parla ad Ancona
oggi, alla vigilia dell'8 marzo Giornata internazionale della
Donna, nell'Assemblea regionale della Cgil e Spi Cgil Marche
"Belle Ciao" nella Sala Ridotto delle Muse intitolata "Il corpo
delle donne tra violenza e disparità".
Un focus sul lavoro, in particolare quello femminile, che in
Italia "è troppo precario" con "salari troppo bassi", con tante
morti e infortuni sul lavoro: "il frutto di 20 anni di leggi
sbagliate - osservano Cgil e Spi Marche - è un netto
peggioramento delle condizioni di vita delle persone, a partire
dalle donne, spesso costrette a conciliare lavoro e
responsabilità famigliari in assenza di un'adeguata risposta di
servizi pubblici" ma anche "forme di sfruttamento lavorativo, e
non solo che riguardano donne migranti per la loro condizione di
forte ricattabilità". Per questo il sindacato invita le donne a
ribellarsi e ad essere protagoniste del cambiamento per un
lavoro "tutelato, sicuro, dignitoso e stabile". In particolare
"grazie ai quattro referendum sul lavoro- osserva, ricordando la
sfida di raggiungere il quorum - potremmo renderlo tale anche
per le donne".
I settori lavorativi dove si contando più donne sono
l'assistenza sociale e sanitaria, l'istruzione, i servizi per la
persona, alberghi e ristorazione, agenzia di viaggio,
abbigliamento e calzatura. Eleonora Fontana, segretaria
regionale Cgil Marche, denuncia la mancata attuazione
dell'integrazione delle questioni di genere nelle politiche del
lavoro: alla Regione "chiediamo che il piano dell'occupazione
superi la logica degli incentivi a pioggia, utile solo a ridurre
il costo del lavoro per le imprese. Bisognerebbe investire di
più per incrementare i servizi a supporto di genitorialità e non
autosufficienza". Anche per le pensioni, ricorda Vilma Bontempo,
segretaria regionale Spi Cgil, i dati dimostrano l'esposizione
alla povertà del genere femminile". Per quanto riguarda le
denunce di infortuni sul lavoro, tra il 2018 e il 2022, sono
salite del 15,2%.
Altro capitolo dolente per le donne e l'intera società è
quello della violenza e delle molestie (Marche 5/e in Italia per
molestie in contesti non lavorativi). "E' un problema culturale
per cui noi non riusciamo, nonostante l'impegno che si mette, a
invertire la rotta". "E' importante che si passi alla cultura
del rispetto - conclude Fontana - che deve essere insegnata a
scuola, a partire dall'infanzia, perché queste violenze, secondo
i dati, stanno interessando sempre più donne giovani e
giovanissime, un fenomeno che va contrasto tutti insieme il più
presto possibile".
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