"Tredici punti percentuali di
divario occupazionale, un terzo delle lavoratrici in regime
part-time, buste paga inferiori del 30%: sono questi i numeri
che descrivono la disuguaglianza di genere nelle Marche",
secondo i dati diffusi da Cgil, Cisl e Uil Marche, in vista
dell'8 marzo, Giornata internazionale della donna. I dati del
2023 vedono le donne con un tasso di impiego inferiore del 13%
rispetto agli uomini, percentuale che sale al 15% nella fascia
18-29 anni. Mentre il 93% degli uomini opera a tempo pieno, per
le donne la percentuale scende al 69,4%. Il part-time
involontario colpisce il 14% delle lavoratrici marchigiane,
contro il 4% dei colleghi maschi. Il gap medio tra compensi
maschili e femminili nelle Marche nel 2023 è pari a 22 euro, in
peggioramento rispetto ai 20 euro del 2008.
"L'obbligo di redigere report biennali sulla situazione del
personale alle imprese con più di 50 dipendenti e la
certificazione di parità di genere, varata nel 2022, segnano un
ulteriore avanzamento significativo nella lotta alle disparità
di genere", evidenziano Eleonora Fontana (Segretaria Cgil
Marche), Selena Soleggiati (Segretaria Cisl Marche) e Claudia
Mazzucchelli (Segretaria Uil Marche), ricordando come studi
empirici confermino "che le organizzazioni che investono in
inclusione ottengono il 23% di fatturato in più e un sostanziale
miglioramento reputazionale". Per questo l'8 marzo "deve
trasformarsi in momento di analisi lucida degli strumenti
legislativi e delle buone prassi che danno concretezza al
principio costituzionale di uguaglianza sostanziale". Un
principio "che richiede interventi concreti per abbattere quei
muri invisibili che ancora oggi impediscono alle donne di
esprimere pienamente il proprio talento e le proprie capacità",
concludono, assicurando "una continua attività di vigilanza, di
lotta, di rivendicazione e di promozione della cultura del
rispetto e della non violenza".
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