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Vescovo di Macerata e le 5 "piaghe" della Chiesa

Vescovo di Macerata e le 5 "piaghe" della Chiesa

Mons. Marconi consegna la Lettera pastorale alla Diocesi

MACERATA, 05 marzo 2025, 15:35

Redazione ANSA

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"Dio e i Santi hanno scritto una storia di bene che ci ha condotto a quella Chiesa locale che oggi realmente siamo. Questa Chiesa ha, come è logico, luci ed ombre e per dirla con il Beato Antonio Rosmini, è una Chiesa che ha piaghe e punti di forza". Con queste parole il vescovo di Macerata, mons. Nazzareno Marconi.m, ha presentato stamani in conferenza stampa la sua Lettera pastorale "La realtà è superiore all'idea", consegnata alla Diocesi in occasione della quaresima dell'anno santo.
    Il documento, frutto della visita pastorale iniziata prima della pandemia, traccia un percorso di riflessione e azione per il futuro della Chiesa locale, ispirandosi ai principi della "Evangelii gaudium" di Papa Francesco.Nel suo intervento, mons.
    Marconi ha individuato cinque "piaghe" che rappresentano i limiti da superare: la tendenza a chiudersi nel proprio ambito senza collaborare; il mancato riconoscimento delle risorse ecclesiali come patrimonio dell'intera comunità; una pastorale basata più sull'abitudine che sulla motivazione; un'eccessiva centralità della figura del sacerdote; una formazione alla fede ancorata a schemi tradizionali anziché aperta alla realtà in trasformazione. "Dobbiamo tutti impegnarci con convinzione per superare questi cinque limiti della nostra Chiesa - ha sottolineato il vescovo - tuttavia, un segno di speranza, il tema di questo Giubileo, è però che possiamo indicare ben 10 punti di forza che durante la visita pastorale ho riconosciuto presenti in quasi tutte le nostre unità pastorali".
    Tra i punti di forza individuati spiccano la fede popolare vissuta con autenticità, il desiderio diffuso di preghiera, la vitalità delle aggregazioni laicali e della pastorale familiare, il ruolo degli oratori e della pastorale giovanile, il dinamismo del volontariato sociale e della Protezione civile, la crescita dei diaconi permanenti, il potenziamento della comunicazione diocesana, la vita comunitaria del clero, l'impegno dei laici nella lettura e meditazione della parola di Dio e l'evoluzione dell'azione caritativa della Caritas e delle parrocchie. "La Speranza, tema di questo Giubileo, per noi è già un po' certezza - ha concluso mons. Marconi - Non solo siamo una Chiesa sopravvissuta alla pandemia, ma una Chiesa che ha saputo interrogarsi sulle sfide del nostro tempo, traendone nuova consapevolezza, motivazione e unità".
   

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