Il 9 novembre 1989, con la caduta del muro di Berlino, è stata una giornata storica di grande valore per tutti i cittadini, europei soprattutto, che aveva lasciato adito alla speranza per un futuro diverso, lontano dalle guerre reali e potenziali, lontano da divisioni, un momento di grande riconciliazione, di apertura. Una data indimenticabile che avrebbe dovuto e potuto forgiare un'Europa, ma anche un mondo, diverso, senza più barriere tra Occidente ed Oriente, un filo conduttore di pace che con la presenza del muro dagli anni sessanta agli anni ottanta, era impossibile immaginare e vivere sino in fondo.
"Purtroppo, a 35 anni di distanza - dichiara il presidente del Consiglio regionale delle Marche Dino Latini - la situazione mondiale si sta trovando di fronte a conclusioni molto diverse da quelle immaginate e sperate da tutti noi quel 9 novembre, che ha simboleggiato l'idea e la pratica, per anni, di libertà. Oggi il quadro mondiale è totalmente diverso, ci troviamo di fronte a molti radicalismi e un vento di antisemitismo pericoloso ed estremamente preoccupante che ha innescato atti di violenza inaudita ed Inimmaginabile sino a poco tempo fa e che attestano prese di posizioni che non lasciano affatto tranquilli. I radicalismi hanno preso il posto della mediazione tra nazioni e tra popolazioni, di rapporti legati alla reciprocità per una convivenza pacifica che, sia pur tra inevitabili difficoltà, era riuscita ad affermarsi nel tempo. Oggi vediamo comunità di cittadine lacerate, assistiamo a situazioni di violenza e di aggressioni inaudite, e soprattutto il mondo sembra attonito di fronte alle due vere e proprie guerre che si combattono in Ucraina e a Gaza.
Il 9 novembre aveva di fatto celebrato la pace, la speranza in un domani di confronti e non di scontri, oggi nel 2024 ci troviamo invece purtroppo a fare la conta delle vittime, di esodi drammatici, di perdita e dolore consumato all'interno di case distrutte. Il tutto frutto di un radicalismo esacerbato sino al limite, rispetto al quale gli Strati sembrano poter fare ben poco. Quegli Stati che avevano celebrato la caduta del muro pensando ad un futuro possibile mentre la possibilità di un futuro per i paesi convolti sembra non poter avere più spazio, neppure sotto forma di speranza. E gravissime appaiono le aggressioni antisemite nel mezzo dell'Europa.
Quella avvenuta in Olanda è solo l'ultima di una serie che stanno coinvolgendo anche figure di grande spessore come la stessa Liliana Segre qui in Italia, nel centro di un'Europa che sembrava poter essere pacificata dopo la seconda guerra mondiale e invece si trova a dover fare i conti con sentimenti che avrebbero dovuto essere assorbiti se non eliminati. Il 9 novembre 1989 resterà una data scolpita nella storia questo è certo, ma purtroppo siamo costretti ad ammettere che gli effetti di quel processo storico sono stati troppo brevi non si sono mantenuti nel tempo, non essendo riusciti a cancellare sentimenti come appunto radicalismo ed antisemitismo, drammaticamente riemersi e capaci di condizionare l'intera politica mondiale".
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