"C'è una crepa in ogni cosa ed è da
lì che entra la luce", cantava Leonard Cohen. Su questa
intuizione si basa anche una forma d'arte nata nell'antico
Giappone, la pratica del Kintsugi, che consiste nel restaurare
ceramiche rotte con l'oro, per esaltare la bellezza delle crepe
invece di nasconderle. Lo stesso hanno fatto 16 pazienti
oncologiche di Cnao (Centro Nazionale di Adroterapia
Oncologica), Policlinico San Matteo e Ics Maugeri che, in
occasione dell'evento "Frammenti di luce", hanno messo in scena
le loro storie di resilienza al Collegio Borromeo di Pavia.
Danza, musica, fotografia, scultura, costume e pittura, legati
dal filo d'oro del Kintsugi, hanno condotto il pubblico in un
viaggio metaforico, attraverso un percorso di lacerazione,
riparazione e rinascita.
Ad aprire le danze, le ballerine della Scuola MC360 di Pavia,
che hanno interpretato il senso di prigionia legato all'attesa
della diagnosi, accompagnate al piano dal maestro Eros
Cristiani, direttore musicale dell'evento, e dalle stesse voci
di alcune pazienti, in un mix di musica classica ed elettronica.
Poi un intervento sulla resilienza e la rinascita con Gabriella
Pravettoni, professoressa ordinaria di Psicologia Cognitiva e
Decision Making Medico all'Università degli Studi di Milano e
direttrice della Divisione di Psico-Oncologia all'Ieo, e Mauro
Boldrini, direttore della Comunicazione di Aiom (Associazione
italiana di oncolologia medica). Cuore dello spettacolo le
pazienti, che hanno interagito con opere realizzate dagli
studenti dell'Accademia delle Belle Arti di Brera," in 4
momenti, ciascuno dei quali dedicato a una particolare forma
d'arte e all'esplorazione di una "stagione" della malattia:
l'autunno, con la fotografia, ha messo in scena il momento del
dubbio; l'inverno, con la scultura, ha rappresentato la paura;
la primavera, attraverso costumi con decorazioni d'oro, ha
espresso il concetto della "riparazione" e della cura mentre
l'estate, con la pittura, ha celebrato la rinascita.
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