Trent' anni di carcere. Il massimo per un processo minorile. E' questa la richiesta dei pubblici ministeri di Brescia nei confronti di Marco Toffaloni, ritenuto dagli inquirenti uno dei due esecutori materiali della strage di Piazza della Loggia.
Non era in aula nemmeno oggi, in occasione della requisitoria dell'accusa, così come in tutte le altre udienze del processo distante 50 anni dallo scoppio che il 28 maggio 1974 uccise 8 persone e ne ferì altre 102. Toffaloni quel giorno non aveva nemmeno 17 anni ed è per questo che nonostante di anni oggi ne abbia quasi 68 - li compie a giugno - viene processato davanti al tribunale dei minori.
Diventato cittadino svizzero, ha cambiato nome in Franco Maria Muller e le autorità elvetiche hanno già fatto sapere ai giudici bresciani che, in caso di condanna, non sarà estradato perché gli elvetici ritengono prescritto il reato. Ma per Brescia la strage di Piazza della Loggia non potrà mai essere prescritta e resta una ferita che sanguina. Contro il veronese di nascita Marco Toffaloni, all'epoca della strage frequentatore degli ambienti di Ordine Nuovo, ci sono le testimonianze di Gianpaolo Stimamiglio, che raccontò di averlo incontrato in un hotel a Peschiera alla fine degli anni '80. "Mi disse che a Brescia. C'era anche lui. Mi disse "gh'ero anche mi" e se c'era non era certo per turismo".
E poi, secondo l'accusa, a inchiodarlo ci sono le parole della superteste, la grande accusatrice in questo nuovo filone di inchiesta: Ombretta Giacomazzi, bresciana, figli dei gestori negli anni '70 di una pizzeria di Brescia ritenuto il covo dei giovani estremisti di destra. E infine c'è una fotografia: un'immagine scattata in piazza Loggia la mattina dell'attentato neofascista nella quale, stando alle ricostruzioni dei periti, si vede proprio Toffaloni.
Se per il pm, deve essere condannato a 30 anni, il massimo della pena in ambito minorile, per il difensore dell'imputato, l'avvocato Marco Gallina, deve essere assolto. Il legale ritiene non attendibili i testimoni che invece per la procura sono determinanti e sulla foto non crede che possa essere davvero il suo assistito quello che, insieme ad altri presenti in piazza Loggia, guarda i corpi delle vittime. Il presidente della Corte Federico Allegri ha aggiornato il processo al 3 aprile per le repliche, la camera di consiglio e la sentenza.
E' invece ancora alle fasi inziali il processo a carico del secondo presunto esecutore materiale della strage di Piazza Loggia, vale a dire Roberto Zorzi, oggi cittadino americano, sotto giudizio davanti alla Corte d'assise di Brescia.
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