L'Unione delle Camere Penali e la
Camera Penale di Roma, a patrocinio del prof. Mario Esposito,
hanno impugnato in sede amministrativa l'ordinanza del Prefetto
di Roma relativa alle 'zone rosse'. Lo rende noto un comunicato
di Ucpi e Camera penale di Roma.
"Il provvedimento, adottato nel solco della circolare del
Ministro dell'Interno del 17 dicembre 2024, mira infatti ad
impedire - ad una vasta e indeterminata platea di destinatari -
di "stazionare indebitamente" in alcune zone della Capitale
secondo criteri di pericolosità del tutto evanescenti, affidati
alla discrezionalità - o per meglio dire all'arbitrio - delle
autorità di pubblica sicurezza", rileva il comunicato.
"È un approccio che collide frontalmente - sottolineano i
penalisti - con il rispetto dei diritti fondamentali e che
sovverte il normale rapporto fra cittadino ed autorità pubblica,
che caratterizza gli ordinamenti democratici e liberali.
L'iniziativa giudiziaria intende, quindi, porre un argine
all'assurda pretesa di sopperire all'incapacità politica di
affrontare con mezzi adeguati le situazioni di degrado urbano ed
i fenomeni di marginalità sociale, ricorrendo a strumenti
repressivi "eccezionali' volti a limitare arbitrariamente le
libertà costituzionali".
"Si è purtroppo in presenza di una progressiva torsione dei
poteri di polizia, il cui impiego in settori del tutto estranei
all'attività repressione dei reati deve essere sistematicamente
denunciato. In uno Stato di diritto, la 'fruibilità degli spazi
pubblici da parte dei cittadini, dei turisti e dei pellegrini'
non può infatti giustificare una illogica limitazione del
diritto di libera circolazione di determinate categorie di
individui a 'discrezione' delle forze di polizia.
L'impostazione populista e securitaria, che contraddistingue un
simile approccio, suscita vivo allarme nella comunità dei
penalisti, che ritiene doveroso- conclude il comunicato -
rivendicare il rispetto dei principi costituzionali a fronte di
iniziative che segnano il decadimento della cultura dei diritti
individuali e delle libertà democratiche".
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