Al via la Career Fair di Rome
Business School, 105 aziende, oltre 950 studenti, per collegare
talento a mondo del lavoro.
Connessioni lavorative, opportunità di networking, colloqui e
talk dedicati. Oltre 550 opportunità di lavoro proposte in 16
settori, tra cui finanza, tech, moda, hospitality, oltre a ruoli
trasversali in ambiti come risorse umane, marketing, data
science, IT & tecnologia, business development, comunicazione,
supply chain, e project management.
L'evento rappresenta anche un'occasione preziosa per le aziende
partecipanti, per incontrare candidati qualificati,
semplificando così il processo di selezione e permettendo una
valutazione immediata dei profili più in linea con le proprie
esigenze.
"Siamo molto lieti di ospitare una rappresentanza così
importante di aziende italiane e multinazionali, dimostrazione
pratica del nostro forte collegamento al mondo del business,
allo scopo di fornire reali opportunità di lavoro ai nostri
studenti", afferma Marco Regoli, Head del Career Center di Rbs.
"I ragazzi sono tutti molto preparati, con background
diversificati. Per noi è importantissimo essere qui alla Career
Fair, siamo qui per reclutare quelli che in prospettiva
dovrebbero essere i nostri futuri leader. Cerchiamo ruoli
flessibili, capaci di garantire lo stesso livello di performance
a vari livelli in vari business line quindi, non solo profilli
settoriali specifici per un determinato business, ma in grado di
garantire gli stessi standard anche a più livelli e in varie
aree dell'azienda", afferma Fabrizio Maltese, Full Lifecycle
Recruiter per Amazon.
Ad oggi, sono oltre 1400 le aziende partner di Rome
Business School, con le quali gli studenti si incontrano, oltre
190 le attività organizzate all'anno quali Business Practice
Lab, Company shadowing, Company meeting finalizzate a formarli
al meglio e avvicinarli alle aziende: il 70,7% degli studenti
RBS ha ricevuto un'offerta di lavoro prima di completare il
Master e il 78% ha riscontrato un aumento di stipendio nel corso
degli studi.
Dei 1642 studenti di questo intake, 32% sono italiani, 68%
internazionali.
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