Si è tenuta questa mattina nel teatro
Unione di Viterbo, la cerimonia per l'apertura dell'anno
accademico 2024-25 dell'Università della Tuscia. Presenti in
sala oltre ai Magnifici Rettori di numerosi e prestigiosi atenei
italiani, anche le massime autorità civili, militari e religiose
del territorio, tra queste : il prefetto Gennaro Capo, il
presidente commissione parlamentare ambiente Mauro Rotelli, il
parlamentare Fi Francesco Battistoni e la sindaca Chiara
Frontini.
"In un'epoca di rivoluzioni tecnologiche, con l'intelligenza
artificiale e la digitalizzazione che ridefiniscono il lavoro e
la formazione, il nostro modello di università pubblica statale
e privata, diffusa sul territorio, accessibile e di alta
qualità, può rappresentare una risposta concreta alle sfide del
futuro - ha detto il rettore Stefano Ubertini nel suo discorso
di apertura -. Perché una cosa è certa: più la tecnologia
avanza, più sono determinanti le competenze diffuse se veramente
vogliamo essere una società inclusiva. Questa è la sfida che
dobbiamo cogliere: migliorare il nostro sistema, renderlo più
forte e farlo conoscere, perché il futuro dell'Università
italiana non sta nel ridimensionamento, ma nella sua capacità di
evolversi e affermarsi come modello di eccellenza accessibile".
Durante la cerimonia è stata conferita la laurea honoris
causa in Informazione digitale a don Antonio Mazzi, che
purtroppo date le sue condizioni precarie di salute ha
partecipato all'evento in video conferenza. "Accetto volentieri
questa laurea honoris causa perché vorrei ridare senso alle
parole - ha detto Mazzi dopo il conferimento della laurea -,
all'informazione, specialmente a quella digitale, che è la più
bistrattata e usata male tra le varie forme di comunicazione,
alle cose, ai rapporti tra le persone, alla politica intesa come
categoria mobile dell'agire collettivo".
Subito dopo Mazzi ha tenuto una lectio magistralis in cui ha
parlato dell'importanza delle parole di solidarietà e speranza
nella comunicazione moderna, invitando i presenti a riflettere
su come queste possano ancora avere un ruolo significativo nel
nostro modo di vivere.
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