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Libera, nel Lazio 69 realtà gestiscono beni confiscati a mafie

Libera, nel Lazio 69 realtà gestiscono beni confiscati a mafie

In 17 comuni.Si occupano di cultura, turismo, agricoltura, sport

ROMA, 06 marzo 2025, 12:50

Redazione ANSA

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Nel Lazio sono 69 le diverse realtà impegnate nella gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata (erano 54 lo scorso anno) in 17 comuni. Emerge dal report di Libera: il 48% delle realtà sociali è costituito da associazioni di diversa tipologia (33), mentre sono 8 le Coop sociali e le Fondazioni, 6 le Ati, 5 società e associazioni sportive. Emerge che i soggetti gestori censiti gestiscono 35 tra appartamenti, abitazioni indipendenti, immobili; 17 tra ville, fabbricati su più livelli e di varia tipologia catastale o singole palazzine; 10 terreni agricoli, edificabili e di altra tipologia (anche con pertinenze immobiliari); 11 locali commerciali o industriali; 5 impianti sportivi. Sono 52 i soggetti gestori le cui attività sono direttamente legate a servizi di welfare e politiche sociali per la comunità; 16 si occupano di promozione del sapere, del turismo sostenibile; 2 di attività legate all' agricoltura e ambiente, 7 si occupano di sport.
    Nella nuova edizione del report "Raccontiamo il bene" Libera ha elaborato i dati dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 24 febbraio 2025) dove nel Lazio sono 862 i beni immobili (particelle catastali) confiscati e destinati mentre 2279 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Sul lato delle aziende, sono 236 le aziende confiscate e destinate mentre sono 480 quelle ancora in gestione.
    "Sono 1132 le realtà sociali che in tutta Italia, ogni giorno, con coraggio e generosità, trasformano luoghi che erano il simbolo del dominio criminale e mafioso sul territorio in luoghi in grado di raccontare una storia altra, un modello diverso di società, di comunità, di economia e di sviluppo. Un numero così alto, nel 1995, non si poteva immaginare. Dietro questo numero - commenta Tatiana Giannone, responsabile nazionale Beni Confiscati di Libera - ci sono volti e storie di associazioni, di cooperative che hanno trasformato quei luoghi di malaffare in luoghi parlanti, dall'inestimabile valore educativo e pedagogico. Un grande impegno plurale che ha rafforzato il tessuto sociale e che tiene unite le relazioni di una comunità, facendo da modello anche sul piano europeo e internazionale".
   
   

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