Una chiesa gremita sta
partecipando ai funerali del giornalista Bruno Pizzul, voce
storica della Nazionale di calcio, nel duomo della sua Cormons
(Gorizia).
Al centro della navata il feretro, ornato da fiori rossi. A
sinistra sono seduti i familiari: la moglie Maria, i tre figli e
i nipoti. A destra le autorità, tra cui il ministro per i
Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il presidente del
Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, l'europarlamentare
Anna Maria Cisint, il sindaco di Cormons, Roberto Felcaro.
A stringersi nell'abbraccio della famiglia anche diversi
dirigenti ed ex dirigenti sportivi, vecchie glorie del calcio,
giornalisti e rappresentanze dell'associazione nazionale alpini.
"Bruno era iscritto al gruppo di Medea della sezione di
Gorizia", hanno spiegato gli amici prima di entrare in chiesa.
"Siate come lui a partire da adesso", ha esortato il
celebrante, monsignor Vincenzo di Mauro, vescovo emerito di
Vigevano, riferendosi alle qualità con cui in queste ore Pizzul
è stato ricordato. Un passaggio dell'omelia poi sulla drammatica
telecronaca dall'Heysel: "Lui di fronte al crollo dello stadio
ha avuto il coraggio di dire parole buone e intelligenti, parole
che neanche un prete sarebbe stato in grado di dire così bene".
"Lui era il mio mito, un uomo buono, generoso, colto", lo ha
ricordato Marino Bartoletti, fuori dalla chiesa. "Tutto quello
che ci ha insegnato lui credo che si trovi da poche parti. Una
persona buona, umile, uno che poteva andare con la testa molto
alta, era uno di noi", il commento dell'ex arbitro e amico Fabio
Baldas.
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