Gli Stati Uniti, la Nato e le
relazioni economiche fra Fvg e Usa sono stati al centro della
seconda mattinata di Open Dialogues 2025, l'evento ideato dalla
Camera di Commercio Pordenone-Udine con The European House
Ambrosetti e la direzione scientifica di Federico Rampini.
Proprio Rampini, nel suo intervento, ha spiegato che "Trump nel
2016 si poteva definire un cigno nero, come si definiscono
quegli eventi altamente improbabili che ci colgono impreparati:
nemmeno lui credeva alla sua vittoria. Nel 2024 invece era
fiducioso di vincere. Siamo al "rinoceronte grigio" che non è
un'anomalia come il cigno nero, ma è talmente grosso e
inquietante che preferiamo ignorarne l'esistenza;quando arriva
ha un impatto sconvolgente". Rampini ha spiegato che "a inizio
millennio le economie americana ed europea si equivalevano: oggi
quella degli Usa vale il 40% in più: significa crescita,
occupazione, benessere".
Secondo Alessandro Terzulli, chief economist di Sace, si
prevede a livello nazionale per l'export un +3% nel 2025 e un
+2,4% nel 2026, "numeri buoni considerando il contesto, dopo la
stasi dell'ultimo biennio", ha detto. "Ci sono però dei rischi a
ribasso, derivanti dalle restrizioni al commercio che saranno
imposte probabilmente nei confronti dell'Ue", ha precisato.
Occorre dunque diversificare ulteriormente l'export dell'Italia.
Sace individua 14 mercati "gate", verso cui può fare da
apripista per le imprese: Messico, Brasile e Colombia, Cina,
India, Vietnam e Singapore, Serbia e Turchia, Egitto, Marocco e
Sudafrica e due mercati mediorientali come gli Emirati Arabi e
l'Arabia saudita.
Per il presidente del Niaf, Robert Allegrini, "senza o con
Trump, il rapporto fra Fvg e Usa continuerà ad andare avanti".
Il Fvg, ha aggiunto, per gli statunitensi è "un luogo
affidabile, dove le leggi sono rispettate" e ha ricordato che
sono moltissimi gli italoamericani nel Governo degli Usa con cui
Niaf collabora e che sicuramente garantiranno anche in futuro
forti relazioni economiche.
Camilla Benedetti ha evidenziato che Gruppo Danieli conta più
dipendenti all'estero che in Italia. E sui dazi: "Non
rappresentano una minaccia per le imprese che sono veramente
competitive. Puntando su qualità, servizio e innovazione - ha
rimarcato - si possono trovare opportunità anche in contesti
sfidanti e incerti come quelli attuai. Fvg e Italia vantano un
know how industriale unico. Ciò ci permetterà di rimanere
protagonisti se continueremo a investire anche in innovazione e
tecnologie".
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